Durante le feste natalizie del 2018 Legambiente Arcipelago Toscano denunciò lo sversamento di liquami nel Fosso della Madonnina da quello che sembrava un “troppopieno” della condotta che porta al nuovo depuratore di Schiopparello. ASA intervenne celermente e assicurò che si sarebbe adoperata perché simili episodi non si verificassero più.
Come ha precisato la stessa Asa con una nota il 10 maggio, “In attesa di avviare le forniture per il riutilizzo, è stato previsto che le stesse acque depurate fossero integralmente recapitabili allo scarico in un corpo idrico recettore idoneo. A tal fine, dagli studi è risultato il più idoneo a sostenere il ricevimento di tali portate di scarico il fosso della Madonnina, in quanto posto nelle immediate vicinanze dell’agglomerato urbano e dotato di una sezione idraulica e di un significativo bacino imbrifero di monte (…) Questa moderna ed avanzata tecnologia, unità al nuovo processo biologico di depurazione, rappresentano una elevata garanzia ambientale poiché, come detto, sono in grado di rendere le acque trattate addirittura conformi anche al loro riutilizzo industriale ed irriguo, nel il rispetto di una norma (DM 185/2003) ben più restrittiva di quella dello scarico in acque superficiali per i parametri chimico/fisici e batteriologici».
Ma, vista la presenza di schiume, la foto scattata oggi – lunedi 3 giugno – da un cittadino e inviata a Legambiente Arcipelago Toscano mostra qualcosa di diverso. E’ evidente che, di fronte a episodi come questo, sarebbe bene che Comune di Portoferraio e Asa, vista la delicatezza dell’area nella quale sfocia il Fosso della Madonnina, per la quale Legambiente chiede precise norme di tutela e valorizzazione, chiarissero presto e meglio cosa è successo, cosa sta succedendo e cosa succederà.