Il fiore che vedi nella foto è un’orchidea spontanea.
L’ho fotografata due anni fa, ai margini della strada provinciale nei pressi di Patresi.
Fino al 2002, il versante settentrionale del Monte Capanne a maggio ne era pieno.
Oggi, causa cinghiali, sono una vera rarità.
Ma quel che voglio dire non riguarda i poveri ungulati che in questo periodo sono affamatissimi, non trovando cibo né acqua, soffrono “come bestie”, semplicemente perché non vivono nel loro habitat (grandi foreste continentali dell’Europa centrale).
Desidero invece sottoporre all’attenzione di chi vive e ama (sottolineo l’ultimo verbo) l’isola d’Elba, una questione diversa che non ha a che fare né coi cinghiali, né coi mufloni e neanche con la caccia.
Involontariamente, mentre ero in fila alla posta, non ho potuto fare a meno di ascoltare una conversazione tra due attempate signore che si sventolavano coi bollettini da pagare.
L’argomento verteva sull’erba alta in giardino che, se non tagliata continuamente “porta sudicio e anche animali”.
Dal colloquio che mi si è svolto sotto gli occhi e da molto altro che per brevità tralascio, ho capito che anche in uno dei luoghi più “naturali” d’Italia, come dovrebbe considerarsi l’Elba, è opinione diffusa che per decoro è necessario “tenere pulito” il verde, ovvero “tagliare”.
Nel mio modo di pensare (vivo in campagna, oltre che all’Elba), verde è sinonimo di “pulito”, ma, avendo avuto per decenni a che fare con turisti provenienti dalla città, sono preparato ad accogliere altre concezioni della parola “pulizia”.
Passando dal mondo delle idee a quello della concretezza quotidiana, e venendo al sodo, negli ultimi anni
avrai notato tutto un pullulare di trattori con quel braccio meccanico alla cui sommità si trovano delle catene di ferro che “trinciano” la vegetazione dei bordi delle strade e dei campi incolti, proprio per “pulire” dall’erba alta.
Siccome non mi ritengo un fanatico, capisco la necessità di tenere in ordine e in sicurezza i bordi delle strade, ma certamente il sistema ha preso la mano.
Per la precisione, come succede ormai in ogni settore creatore di economia, sembra che la tecnica abbia modificato in senso, questo si “fanatico”, la sua stessa utilizzazione, uscendo fuori controllo rispetto ad un uso ragionevole e di buon senso.
Sintesi.
Le sconosciute signore in fila avevano ragione: l’erba alta porta gli animali.
Invece il triste spettacolo di erbe tagliate e frasche squarciate, gli animali li fa fuori davvero, trinciandoli letteralmente e distruggendo il loro habitat naturale.
Alcuni esempi.
I canneti.
Ma che bisogno c’è di tagliare continuamente questi spazi verdi?
“Se non si “pulisce i fossi straripano!”
No!
Le canne vivono da milioni di anni lungo i fossi e quando passa la piena si flettono e poi si tirano di nuovo su. In più diminuiscono la velocità della piena e favoriscono uno scorrere meno distruttivodell’acqua.
I canneti sono il rifugio, l’ambiente vitale e riproduttivo di innumerevoli “animali” (e sì, ci sono ancora questi inopportuni animali!).
A mio modo di vedere, è una barbarie il trinciare tutto (vegetali e animali) desertificando un ambiente vitale che, tra l’altro, assorbe anidride carbonica ed emette ossigeno (come tutti gli ambienti naturali)!
Preoccupiamoci di non buttarci rifiuti nei fossi!
L’inciviltà però, non dobbiamo essere ingenui, viaggia sempre in compagnia del suo opposto, pertanto quel che deve fare l’ente pubblico è di manutenere i fossi togliendo i “corpi estranei” che sempre sono costituiti da plastica e manufatti umani, lasciando in pace piante e animali.
Anche il taglio dei bordi strada va fatto con un’altra modalità.
Appurato che siamo tutti d’accordo sulla necessità di garantire la visibilità e quindi la sicurezza stradale, le cose possono e devono essere fatte con più rispetto e conoscenza.
Esempio.
Tarda primavera, strada provinciale Procchio – Marina di Campo.
Hai fatto mai caso che in questo periodo c’è una fioritura straordinaria e bellissima di aglio rosa?
Ho visto turisti fermarsi a fotografare!
Sfortunatamente ho una certa conoscenza della flora elbana e veder trasformare un meraviglioso giardino spontaneo, più precisamente quel che, nonostante l’accanita guerra dichiarata dagli umani rimane, in una stesa di erba e rami secchi, lasciati a marcire insieme agli inconfondibili e plastici segni della civiltà.
Non so a te, a me non pare tanto estetico né funzionale alla sicurezza e al “decoro verde”.
Rispetto alla Siberia che va in fumo sembrerà una scemenza, ma noi non viviamo a Evenkijskij, noi dobbiamo prenderci cura del luogo dove abitiamo e lavoriamo.
E a proposito di lavoro, a qualcuno dovrebbe risultare chiaro quanto ci viviamo con la bellezza, che da noi è data soprattutto dalla naturalità dell’ambiente marino e terrestre.
E anche altro, ma senza queste fondamenta, tutto collasserà, molto prima di quel che si pensa in giro.
Per ovvi motivo sono stato ultra sintetico, sono disponibile a rendere conto di quel che ho scritto e a confrontarmi con chiunque (basta che non urli!).
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Graziano Rinaldi