Durante un sopralluogo di preparazione della passeggiata “Il Cammino della Rada” di domenica prossima per la sessione autunnale del Walking Festival, mi sono imbattuto, dove la spiaggia di San Giovanni termina ed inizia il promontorio delle Grotte, in una particolare struttura geologica che ha destato la mia curiosità. Mentre osservavo il basalto a cuscini che forma il promontorio sul lato meridionale della rada di Portoferraio ho notato, poco sopra della attuale linea di costa, una massa più chiara. Guardando meglio ho visto che si trattava di un ammasso di ghiaie bianche, di eurite candida punteggiata da macchioline blu proprio come quelle della spiaggia delle Ghiaie o di Capo Bianco.
In un primo momento ho pensato all’opera dell’uomo, vista la vicinanza alla villa romana delle grotte e l’abitudine dei romani a compiere opere grandiose, quale potrebbe essere stata trasportare le ghiaie bianche per realizzare una spiaggia candida per i bagni dei ricchi proprietari della grande residenza patrizia, laddove invece le pietre hanno un colore scuro come la pece, ma poi mi è venuto in mente che in epoca romana il mare era almeno un metro più basso mentre lo strato di ghiaie chiare presente a San Giovanni si estende mediamente da 60 cm sull’attuale divello ad un’altezza di 1,20 metri, con delle punte fino a 1,8 m.
Ho anche pensato a una qualche azione, forse anche più recente, da parte dell’uomo, ad una qualche attività produttiva o costruttiva per la quale fosse stato necessario depositare una notevole quantità di ghiaia alla base del promontorio, quale una grande attività di edificazione o di riempimento. La grande quantità dei ciottoli presenti ha una pezzatura ideale per la realizzazione di un calcestruzzo.
Infine ho riflettuto sull’opera della natura e sulle variazioni di livello del mare nei millenni in seguito all’alternarsi delle fasi glaciali (con l’abbassarsi del livello marino) e interglaciali (con l’innalzamento dei flutti). Circa 125.000 anni fa ad esempio, in piena fase interglaciale, il mare era circa 7 metri più alto dell’attuale livello.
Le ghiaie in questione potrebbero allora essere quindi i sedimenti di un’antica spiaggia in un’epoca in cui il livello del mare era più alto e trasportava lungo la costa della rada i candidi ciottoli punteggiati di azzurro che si trovavano anche nella parte interna della baia portoferraiese presso lo storico Capo Bianco di Dentro? Questo promontorio, contrapposto all’odierno Capo Bianco (o Capo Bianco di fuori) - che oggi tutti conoscono invece molto bene - era situato un tempo nelle vicinanze di quello che è il moderno porto, tra le banchine del molo Massimo e i moli 1 e 2, presso l’antico lazzaretto. Mi ricordo ancora che in quel tratto fino a non molto tempo fa, prima dell’avanzamento dell’attuale banchina, alla base dei cordoli di granito, era visibile una piccola spiaggia di ghiaie bianche.
Perplessità a svantaggio di questa ultima teoria sono generate dalla mancanza di matrice cementizia tra i ciottoli e l’uniformità delle ghiaie, quasi tutte bianche e mancanti dei più scuri ciottoli locali.
La palla così viene girata ai più esperti per valutare con maggiore attenzione l’ammasso di ghiaie che seppur non continuativa ha un’estensione una cinquantina di metri di lunghezza circa e che spiegherebbe comunque la grande quantità di ciottoli bianchi che si sono sempre trovati, insieme alle più locali pietre scure, in quel tratto di spiaggia.
Antonello Marchese