Domenica 27 ottobre 2019, massiccio del Monte Capanne, cresta delle Calanche, a 900 metri esatti di altitudine; ci si arriva salendo dall'area sosta del Monte Perone, seguendo la via a monte, più pratica, con un tratto fuori pista minore e una 'bella' pietraia da affrontare. Poi sentiero 00 fino alla croce sulla vetta della cresta, discesa verso la Valle della Nivera per un centinaio di metri e il patriarca appare, un esemplare di taxus baccata di 6 mt di diametro e 8 di altezza, carico dei suoi mille e passa anni, capostipite di una famiglia (stimata nell'ecosiistema del Capanne in circa 200 esemplari, anche di considerevoli dimensioni) in buona salute.
A rendere l'idea della straordinarietà dell'incontro, basti leggere, nella relazione inviata nel 2003 a Parco e Regione dai due scopritori, – il biologo Mairo Mannocci e Roberto Adamoli (autore di diversi libri di storia a natura elbana) che ha guidato domenica gli escursionisti- che il tasso monumentale più imponente della Sardegna, a Tadderi di Arzana nel nuorese, ha una circonferenza di 4,9 metri.
Rispetto alla memoria (e alla foto) di 16 anni fa il nobile vegliardo elbano sta cedendo, nonostante qualche tempo fa sia stato liberato dalla grossa edera che lo avviluppava, con la parte che guarda a monte già secca, penetrata alla base da grosse pietre che, seguendo la legge di gravità, si sono schiantate sull'ampio legno; residuali, si notano alcune fronde di un verde lussureggiante, sui quattro metri circa.
Come ci ricorda in tempo reale Graziano Rinaldi, naturalista ed imprenditore tra i primi a valorizzare la biodiversità elbana quale veicolo di promozione per un turismo di qualità, si tratta di un residuo di quella flora appenninica apparsa circa ventimila anni fa (verso la fine dell'ultima glaciazione in Europa, ndr), che fa del Monte Capanne un ecosistema eccezionale, in larga parte distrutto, ahinoi, dalla presenza aliena di cinghiali e mufloni (non autoctoni, com'è noto, che ci si ostina a non voler eradicare). Una condizione ben documentata dal video girato di recente assieme all'entomologo e naturalista Leonardo Forbicioni, anch'egli parte dell'escursione di domenica (https://www.goelba.it/blog/isola-delba-natura-da-proteggere/).
Dopo diversi anni dalla segnalazione, il tasso millenario fu inserito nell'elenco regionale degli alberi monumentali, al numero progressivo 57, con data di impianto “antecedente all'anno 1.000”.
I commenti del ritorno, poco prima del tramonto, erano concordi nel ritenere quanto sarebbe necessaria un'unità d'intenti, istituzionale e dei cittadini, per quel ripristino ambientale che, forse, potrebbe ancora salvare qualcosa della splendida e unica biodiversità del Capanne. Per la cronaca, della 'spedizione' facevano anche parte, oltre ai già citati, lo scrivente e la coordinatrice del 'Ramadoro Festival' Tiziana Pisani.
CR