Egr. Direttore,
su segnalazione di una giovane collega di origini elbane, che ha evidentemente a cuore le politiche ambientali di tale splendido territorio, abbiamo preso visione dell'articolo pubblicato sul vostro quotidiano online ELBAREPORT in data 18 novembre 2019, da parte di Legambiente, relativo all'intenzione dell'Amministrazione Comunale di Portoferraio di voler abbattere i pini presenti lungo il Viale San Giovanni, intenzione, da quanto leggiamo oggi, già operativa.
Da un punto di vista tecnico-professionale non possiamo che essere d'accordo sull'importanza degli alberi in ambiente urbano e sulla necessità per tutti i Comuni di dotarsi di un Piano del Verde e ci auguriamo che la decisione di abbattere i pini suddetti derivi da un'attenta valutazione di carattere tecnico (non dimenticandoci che spesso tali alberi diventano pericolosi non perchè hanno “concluso il loro ciclo vitale” - affermazione sempre più frequente – ma perchè sono stati oggetto di errate manutenzioni o, peggio, di mutilazioni dell'apparato radicale).
Tuttavia, come Presidente dell'Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Livorno, ritengo doveroso intervenire per contestare fermamente l’ipotesi che per assolvere alla necessità di valutare la pericolosità degli alberi in ambiente urbano gli enti pubblici si debbano affidare ad “organismi”, “come per esempio la Società Italiana di Arboricoltura o una Facoltà di Agraria Universitaria”.
Non è mia intenzione entrare in polemica con Legambiente, alla quale tutti riconosciamo il merito di essere sempre attenta alle tematiche di carattere ambientale e, soprattutto, di fungere da sprone e “spina nel fianco” nei confronti delle Amministrazioni Pubbliche, che spesso sottovalutano molti aspetti della tutela del territorio; tuttavia, l'affermazione sopra riportata è non solo fuorviante ma completamente errata.
La Società Italiana di Arboricoltura è un'associazione onlus, che si propone di perseguire esclusivamente finalità di solidarietà sociale e di natura culturale nel settore della tutela e della valorizzazione dell'albero in quanto bene ambientale, con finalità educative e scientifiche nel campo dell'arboricoltura (come recita lo Statuto dell’associazione).
Analogamente le Facoltà di Agraria universitarie (termine ormai obsoleto, in quanto sostituito dai vari Dipartimenti), hanno anch'esse per statuto scopi didattici, formativi e di ricerca. E' vero che ultimamente il M.I.U.R. ha riconosciuto alle Università la cosiddetta terza missione, che consiste essenzialmente nell'aprirsi verso la società civile e le imprese, al fine di divulgare il più possibile i risultati della ricerca, ma questo non significa che possano svolgere attività che per legge siano riconducibili all’esercizio di un'attività professionale e che siano comprese tra le competenze di una determinata categoria di professionisti.
A questo proposito, la valutazione della stabilità degli alberi, del loro stato fitosanitario ed, eventualmente, della loro pericolosità rientrano a pieno titolo nelle competenze professionali dei dottori agronomi e dei dottori forestali.
Vi chiedo: per verificare la staticità di un edificio pericolante vi affidate all'Università o vi rivolgete ad un ingegnere esperto di tale settore? Analogamente, per verificare la stabilità di un versante non è più indicato rivolgersi ad un geologo di provata esperienza? Altrettanto farà una persona malata, la quale si rivolgerà ad un bravo medico.
La Legge 10 del 14 gennaio 2013, oltre che istituire la Giornata dell'Albero, che per pura coincidenza ricorre in questi giorni (21 novembre), impone precisi obblighi alle AA.CC. per quanto riguarda il bilancio arboreo del Comune e lo sviluppo degli spazi verdi urbani.
Pertanto, tutti i cittadini potranno e dovranno chiedere conto ai propri amministratori locali di quanto previsto dalla normativa vigente, perché gli alberi ed il verde urbano non sono solo utili da un punto di vista estetico e paesaggistico, ma sono indispensabili per i cosiddetti Servizi Ecosistemici che sono in grado di fornire: miglioramento e depurazione dell'aria, mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici, valorizzazione dell'ambiente urbano anche sotto il profilo turistico, aumento del valore immobiliare delle abitazioni e dei complessi residenziali, ecc.
E' altrettanto necessario, però, che Enti Pubblici e privati si rivolgano ai professionisti che per gli studi fatti e per il loro continuo aggiornamento professionale, siano in grado di dare le risposte e le soluzioni più idonee, assumendosene la responsabilità, al fine di mantenere, tutelare e incrementare un bene comune quali gli alberi sono.
I dottori agronomi ed i dottori forestali, iscritti agli Albi, sono i professionisti più titolati ad operare nell'ambito del verde urbano e della pianificazione territoriale, dove, invece, troppo spesso vengono ritenute figure di secondo piano, nonostante che le aree verdi urbane e periurbane, insieme alle aree rurali, costituiscano quasi sempre la gran parte del territorio comunale.
In conclusione, le Università e la S.I.A. o qualsiasi altra associazioe di settore (ne nascono in continuazione) non possono assumere incarichi professionali diretti e il farne parte non è sinonimo di professionalità: abbiamo riscontrato, per esempio, la presenza di sedicenti professori universitari che in realtà sono solo ricercatori, mentre sarebbe assurdo pensare che bisogna far parte di un' associazione per poter essere qualificato esperto di settore: "non è l'abito che fa il monaco".
Dott. agronomo Andrea Costanzo
P. S. Solidarietà ai veneziani e a tutti gli abitanti delle zone alluvionate, ma non sfruttiamo il loro tragico momento ed il loro dolore per affermare quello che ci fa più comodo (e mi riferisco soprattutto ai politici di turno); cominciamo a contribuire a ridurre le emissioni di carbonio. TUTTI!!