Cerco di rispondere, a quanto sostenuto in un post soggettivo pubblicato in questi giorni, in maniera oggettiva sul Parco Elbaland.
Sono stati concessi 9.000 mc d’acqua (concessi ma non è detto che verranno tutti utilizzati) per le piscine ed altre attività del parco. Soggettivamente potrebbe essere tanto oppure, per altre persone potrebbe essere anche la quantità giusta o ancora una quantità troppo bassa per un Parco come il nostro. Soggettivamente ci sta tutto. Oggettivamente invece voglio farvi capire cosa si potrebbe fare con 9.000 mc di acqua.
Facciamo un esempio ipotizzando di avere nella stessa zona un albergo tipo posizionato vicino al mare, costruito negli anni ‘70, quindi molto energivoro, di circa 90 camere, corredato di piscina e vasche idromassaggio. Ipotizzando che lo stesso albergo abbia una capienza media per camera di tre persone al giorno per circa 180 gg. Considerato un consumo medio giornaliero a persona pari a 220lt/g (dati nazionali) si può calcolare che:
90cx3px220ltx180gg= 10.692 Mc di acqua proveniente dall’acquedotto
Se poi si aggiunge una piscina ipotetica di circa 20mtx10mt, progettata anch’essa negli anni ‘70, con profonda media di 3,00 mt, si viene ad avere circa 600 mc acqua in piscina. La stessa acqua, va rinnovata in base alle UNI di circa il 2,5% della somma del Volume, moltiplicato per i 180gg di apertura abbiamo altri 2.700 Mc da sommare ai 10.692 Mc precedenti. Se poi aggiungiamo il mantenimento di giardini e prati, capite voi che solo un albergo tipo, quanto consuma in più rispetto a quanto a noi concessionato. Questo è un piccolo esempio per capire di cosa stiamo parlando.
Se poi consideriamo che nel comune di Portoferraio ci sono tre alberghi oramai chiusi da più di 20 anni, con un numero superiore alle 200 camere capirete benissimo che con la concessione di 9.000 mc non incidiamo di più rispetto agli anni ‘90, quando tali alberghi erano aperti.
Se poi consideriamo anche il fabbisogno di acqua dell’Elba è pari a 14.000.000 Mc annui (dati dell’autorità idrica), con la nostra concessione incidiamo per lo 0,06% sul totale consumato.
Comunque per la riduzione dei consumi idrici si adotterà differenti strategie, come:
- la raccolta e recupero di acqua piovana;
- l'adozione di adeguati strumenti tecnologici (miscelatori, interruttori automatici ecc.).
I bagni saranno dotati di moderni sistemi di scarico che regolano le quantità di scarico a 6 litri, con interruzione opzionale a 3 litri, rispetto a una cisterna convenzionale di 9 litri. Questi dispositivi fanno in modo che il risparmio d’acqua sia tra il 35 e il 50%.
Tutti i rubinetti dei bagni e della cucina dei punti ristoro, saranno dotati di diffusori che miscelano aria con l'acqua.
Questi diffusori consentono di ridurre il consumo d’acqua dal 30 al 70%.
Oltre ai diffusori saranno previsti dei limitatori di flusso che permettono di regolare il flusso dell’acqua in funzione delle necessità e della pressione.
Si tratta di dispositivi meccanici che limitano il passaggio massimo dell’acqua. La loro regolazione è meccanica e devono essere installati fra la chiave di chiusura e il flessibile, nel caso dei rubinetti dei lavandini e dei bidet, e fra il rubinetto e il flessibile nel caso delle docce. Il risparmio d’acqua che si può ottenere dipenderà dalla modificazione del flusso, generalmente questi dispositivi permettono di ridurre il flusso massimo fino a un 50%.
Considerando gli accorgimenti qui sopra elencati si dovrebbe avere un risparmio dell'acqua che tocca il 50% ed integrando gli scarichi dei W.C. con l'acqua piovana si può arrivare fino al 60%.
Il progetto inoltre prevede alcune volumetrie, quelle aperte al pubblico, dove la struttura portante (travi e pilastri) è completamente in legno, risultando quindi essere più Eco-Compatibile rispetto a strutture puntiformi in C.A.. La caratteristica del legno massello proposto taglio “tipo fiume”, rispetto ad un legno commerciale “tipo lamellare”, risulta essere di gran lunga più Eco-Compatibile, in quanto la lavorazione del taglio fiume (taglio grezzo) ha una impronta ecologica (Footprint) più bassa rispetto ad un legno lamellare che risulta essere più energivoro, dovuto al suo tipo lavorazione, infatti per il lamellare vengono utilizzate cisterne per l’essiccazione, colle viniliche, lavorazioni per l’incollaggio, forni, resine ecc.. Nel nostro intervento sarà utilizzato un legno proveniente da foreste con marchio FSC (Forest Stewardship Council) sistema di certificazione forestale internazionale che garantisce che il prodotto è stato realizzato con materie prime derivanti da foreste correttamente gestite secondo i principi dei due principali standard: gestione forestale e catena di custodia. Inoltre si utilizzeranno prodotti naturali come olio di canapa e di lino per le parti esterne legnose. Questa accortezza permette di utilizzare prodotti che, a contatto con il sito, non andranno ad influire sull'habitat esistente, permettendo anche lo smaltimento sostenibile del legno a fine vita. Il montaggio delle strutture sarà del tipo a “secco”, quindi non ha bisogno ne di colle ne di materiale cementizio per il suo assemblaggio, in quanto il serraggio è effettuato meccanicamente con viti e bulloni.
Ho fatto alcuni esempi, previsti nella fase di progettazione, per fare capire che l’intervento cerca di essere il più sostenibile possibile, con l’ambiente che ci circonda.
Massimiliano Pardi