Quella relativa alle ecoballe di combustibile solido secondario disperse dalla motonave Ivy nel 2015 sui fondali del mare vicino all'isola di Cerboli, nel tratto fra l'Elba, Piombino e il golfo di Follonica è un’emergenza ormai fuori controllo. Il rischio sfaldamento è reale e allo stop del ruolo del contrammiraglio Aurelo Caligiore a commissario straordinario per il recupero, la rimozione e lo smaltimento delle ecoballe deve seguire da parte del Governo un intervento rapido e risolutivo. Le ecoballe disperse in mare sono in totale 56 per un peso di 63 tonnellate di rifiuti. Tenendo conto del fatto che alcune sono riaffiorate e sono state dunque recuperate, è presumibile che sui fondali ve ne siano ancora circa 45. Ad affrontare il tema è stato anche Angelo Gentili, membro della segreteria nazionale di Legambiente.
“La nostra associazione – ha dichiarato Gentili – chiede con la massima urgenza un intervento da parte del Governo per sbloccare al più presto la situazione riguardante le ecoballe che giacciono sul fondo del golfo di Follonica, vicino all’isola di Cerboli, in pieno santuario dei cetacei. Dopo più di 4 anni dall’accaduto, il rischio che le ecoballe si sfaldino aprendosi e liberando il carico di rifiuti è sempre più alto. Risulta pertanto urgente e non più rimandabile la messa in sicurezza del sito e la contestuale rimozione delle ecoballe. Purtroppo, siamo costretti ad apprendere che il contrammiraglio Aurelio Caligiore, nominato commissario straordinario per il recupero, la rimozione e lo smaltimento delle ecoballe, non potrà più intervenire in tal senso perché la sua nomina è stata contestata dall’autorità garante della concorrenza e del mercato per incompatibilità dell’incarico con la sua posizione di ufficiale in servizio permanente effettivo come Capo del Reparto Ambientale Marino (Ram) del Corpo delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera.
Provvedere a risolvere questo impedimento burocratico – ha spiegato Gentili - è fondamentale. Il tempo passa e la presenza delle ecoballe diventa sempre più rischiosa per l’ecosistema marino. Il rischio è la contaminazione dei fondali oltre ai disagi e ai rischi procurati ai pescatori. Una vera e propria bomba ecologica, dunque, che deve essere disinnescata immediatamente. La plastica ed i rifiuti in mare – ha proseguito Gentili - rappresentano insieme ai cambiamenti climatici un’emergenza planetaria. Per tale ragione, Legambiente chiede al Governo centrale in primo luogo di trovare una soluzione per sbloccare gli impedimenti burocratici e alla Regione con i Comuni coinvolti di fare pressione affinché si individui rapidamente un percorso risolutivo. Occorre inoltre effettuare al più presto un monitoraggio meticoloso sia rispetto alle condizioni delle ecoballe che ai rischi legati alla dispersione in mare del carico di rifiuti. A tale scopo, invitiamo i pescatori di segnalare carichi di rifiuti pescati nell'area di riferimento.
Sono sempre di più le spiagge toscane in cui troviamo quotidianamente rifiuti e plastica – ha concluso Gentili -, per non parlare dei pescatori che con le loro reti portano in superficie plastica insieme ai pesci. Questa situazione nel golfo di Follonica dura da troppo tempo: mettiamoci a lavoro per risolverla con la massima urgenza.”
Legambiente “Il girasole” - Centro nazionale per lo sviluppo sostenibile