La grande balenottera comune (Balaenoptera physalus), lunga circa 20 metri avvistata e filmata il giorno di Pasqua al largo del promontorio dell’Enfola, all’Isola d’Elba, da un elicottero delle Capitanerie di Porto / Guardia Costiera era probabilmente una di quelle che stanno migrando in questi giorni verso i loro quartieri alimentari del Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos.
Analizzando il filmato l’Istituto di ricerca Thetys si è accorto che il grande cetaceo aveva qualche problema: «Quando si immerge fa una cosa strana per questa specie: tira fuori la coda. Ma quando l’inquadratura si sposta sul lato destro dell’animale si vede il probabile motivo del nuoto anomalo: da quel lato manca la pinna pettorale!! Cosa può aver provocato questa mutilazione, sempre che non si tratti di un difetto congenito? Una rete da pesca? Una collisione con una nave. Quest’ultima sembrerebbe l’ipotesi più probabile».
Infatti, anche in queste acque teoricamente protette non sono rari gli scontri delle grandi balene con le navi ed episodi nei quali i cetacei sono rimasti uccisi e feriti da traghetti o navi mercantili negli anni passati sono finiti anche sui giornali.
Il problema è che questo tratto di mare, a nord del quale è stato recentemente istituito anche i un Sito di interesse comunitario per i delfini tursiopi, oltre ad essere una delle rotte preferite delle migrazioni primaverili e autunnali delle balene è anche uno dei più trafficati del mondo, data la vicinanza di porti importanti come Livorno, Genova e Marsiglia e le rotte turistiche per i traghetti che portano all’Elba e in Sardegna e Corsica.