"Chi trova un nido trova un tesoro", questo è lo slogan della Regione Toscana, per la sua campagna di sensibilizzazione e salvaguardia delle tartarughe marine, così importanti per la biodiversità.
Da domenica 7 giugno 2020 Legambiente, in collaborazione con il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano riprende l'attività di monitoraggio delle spiagge sabbiose dell'Elba alla ricerca di nidi di tartarughe marine Caretta caretta.
Il 2020 dovrebbe essere un anno favorevole alla nidificazione delle tartarughe marine all'Isola d’Elba, dato che tendono a deporre le uova nella stessa spiaggia ogni due o tre anni, quindi i volontari aspettano il ritorno della tartaruga Federica a Marina di Campo (ultima deposizione nel 2017) e la tartaruga Genova a Straccoligno (ultima deposizione nel 2018) e il recentissimo avvistamento di una grossa tartaruga marina al largo di Portoferraio fa ben sperare.
«L'attività – spiega Isa Tonso, responsabile tartarughe marine di Legambiente Arcipelago Toscano - consiste in una salutare passeggiata la mattina presto, prima delle ruspe comunali e dei rastrelli dei bagnini, alla ricerca delle caratteristiche tracce che le tartarughe marine lasciano sull'arenile quando depongono le uova. Il monitoraggio verrà fatto dal gruppo ormai consolidato di volontari/e esperti/e e formati di Legambiente Arcipelago Toscano, ma anche quest'anno si conta sull'aiuto – anche temporaneo e per qualche mattina - di turisti e residenti, che, anche se senza esperienza, vogliono essere protagonisti di un progetto di conservazione di questi affascinanti e misteriosi rettili preistorici che nuotano nei nostri mari da più di cento milioni di anni».
Le spiagge soggette al monitoraggio saranno: Marina di Campo, Cavoli, Seccheto, Fetovaia, Biodola, Lido di Capoliveri, Straccoligno, Lacona. Isa Tonso sottolinea che «Quest'anno , con nostro grande dispiacere, siamo costretti a rinunciare al controllo della spiaggia di Procchio a causa di una gestione e pulizia di questo arenile che è davvero poco sostenibile e che avviene la mattina prima dell'alba: quando è ancora buio, passano le ruspe a "pulire" la spiaggia , rendendo la ricerca delle tracce praticamente impossibile e rischiando di travolgere e schiacciare una eventuale e sconsiderata tartaruga che avesse scelto questa spiaggia per deporre le uova, tragedia già successa in Sicilia un paio di anni fa. E' il contrario delle spiagge tarta-friendly del decalogo sottoscritto da Legambiente e federazione italiana imprese balneari (Fiba) che prevede una pulizia della sabbia soprattutto con mezzi manuali».
Chi volesse aiutare Legambiente e Parco Nazionale a trovare un "tesoro" dal 7 giugno a metà agosto si rivolga a: Isa, tel. 3407113722 o scriva a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.