Con la lettera inviata a Regione, Prefetto e Parco Nazionale, il sindaco di Marciana Simone Barbi ha finalmente messo sul tavolo la questione della revoca dell’area vocata al cinghiale all’Isola d’Elba, incredibilmente istituita un paio di anni fa dalla Regione Toscana su pressione delle associazioni venatorie. Un investimento politico che tra l’altro si è dimostrato clamorosamente sbagliato visto che, come hanno dimostrato alcune dichiarazioni e iniziative in campagna elettorale e i risultati delle elezioni regionali, i cacciatori hanno "ringraziato" la Regione votando in massa per la Lega e Fratelli d’Italia.
Ma, come fa notare il Sindaco di Marciana, una questione trattata per troppi anni politicamente è invece un gigantesco problema di tutela della biodiversità, del territorio e dell’economia agricola e turistica ed è bene che la nuova Giunta Regionale ammetta al più presto il clamoroso errore fatto e torni indietro. Solo così si potrà avviare – su basi scientifici e nel modo meno cruento e più veloce possibile – una forte riduzione della insostenibile pressione di animali invasivi introdotti a scopo venatorio per poi arrivare all’eradicazione e a ristabilire l’equilibrio ecologico distrutto da una fallimentare gestione venatoria degli ungulati.
Il sindaco e la giunta di Marciana hanno dimostrato lungimiranza e coraggio, consapevoli che la stragrande maggioranza degli elbani non vuole essere più vittima di un errore compiuto da una minoranza sempre più piccola, ora anche gli altri sindaci abbandonino ogni furbizia e complicità e chiedano anche loro l’abolizione immediata dell’Area vocata al cinghiale e l’avvio di un progetto insulare di contenimento, riduzione ed eradicazione della popolazione di ungulati invasivi importati per scopi venatori.