Sempre più scarsi i giorni di bel tempo sull'isola in questo ottobre pandemico e il gruppo di escursionisti "Senza furia" ed altri, intensificano le camminate per i sentieri elbani finché capita qualche momento di sole, sebbene non li può frenare l'eventuale tempo grigio. E nella zona occidentale dell'Elba esistono paradisi ambientali con piante uniche da proteggere, se gli ungulati, di cui parla molto di questi tempi, le hanno risparmiate. Sono il Pancrazio illirico, il Giglio arancio o rosso di montagna (o giglio di San Giovanni per la sua fioritura di giugno), lo Zafferano elbano, il Fiordaliso e la Viola del monte Capanne. Lo ricorda Renato Giombini, ora in pensione, a suo tempo comandante del Corpo Forestale locale, che ci ha fornito notizie ed immagini e specifica certi aspetti anche il naturalista elbano Antonello Marchese, autore di varie pubblicazioni, l'ultimo suo testo è “Appunti elbani”.
Vediamo alcune caratteristiche di queste specie vegetali che si possono godere durante una immersione nel verde panoramico dell'Elba. E allora l'uomo scopre che l'umanità dovrebbe rapidamente tornare ad essere saggia capendo il valore di ogni piccola foglia, di ogni insetto che vivono in pace e fanno bellezza, in particolare nell'ecosistema elbano ricco di biodiversità.
Oltre al Pancratium maritimum una specie stenomediterranea, un Giglio bianco, che come dice il nome latino si può incontrare in prossimità dei lidi, ad esempio a Galenzana nel mese di giugno, in altura si può avere il piacere di trovare a maggio il Pancratium illyricum, pure dal fiore bianco, una pianta bulbosa della famiglia Amaryllidaceae, molto simile al Giglio di mare da cui differisce leggermente per la forma del fiore. È una specie endemica della regione cirno-sarda, ovvero compresa fra Sardegna, Corsica e l'Arcipelago Toscano.
Poi il giglio di San Giovanni, che fiorisce appunto a giugno, per San Giovanni.
“A dire il vero – precisa Marchese - qui da noi anche prima, vero Giglio montano dal bel colore rosso arancio, di cui sono rimaste pochissime, stazioni”.
E ancora il Fiordaliso del Monte Capanne (Centaurea ilvensis) da Ilva, antico nome dell'Isola d'Elba: che si trova sui rilievi granodioritici occidentali dell'isola.
La Viola dello stesso monte, il più alto della provincia livornese con i suoi 1019 metri, la Viola corsica subsp. ilvensis, pianta vascolare con fiori e semi. Colori dominanti della corolla: blu, violetto o celeste si trova dai 250 metri in su.
Infine lo Zafferano dell'Elba (Crocus ilvensis) incontratile sul sentiero 118, specie endemica che vive solo sul massiccio del monte già citato. Lo Zafferano elbano è un piccolo tesoro botanico esclusivo dell'area occidentale dell'Elba, in particolare sempre del Capanne e risulta incluso nel Parco Nazionale Arcipelago Toscano. Il merito della sua scoperta è di una ricerca dell'Università di Pisa (dipartimento di Biologia) condotta da Lorenzo Peruzzi e Angelino Carta.
Ma molti altre piante popolano l'isola, in ogni sua parte. Un ambiente idilliaco da frequentare, in alternativa all'andare in spiaggia e nei tanti luoghi storici, che andrebbe preservato centimetro per centimetro.
Il Parco e i sette Comuni riusciranno a valorizzare tutto ciò, proteggendo al massimo la natura isolana?
Stefano Bramanti