Il presidente francese Emmanuel Macron ha ospitato virtualmente all’Eliseo la quarta edizione di One Planet Summit (OPS) dedicata agli impegni per proteggere la biodiversità e arganizzata in collaborazione con l’Onu e la Banca mondiale. Rivolgendosi ai leader mondiali al One Planet Summit, il segretario generale dell’Onu, António Guterres ha illustrato le conseguenze dell’abuso della Terra e delle sue risorse: «Abbiamo avvelenato l’aria, la terra e l’acqua e abbiamo riempito gli oceani di plastica. Ora, la natura sta contrattaccando: le temperature stanno raggiungendo livelli record, la biodiversità sta collassando, i deserti si stanno diffondendo, e gli incendi, le inondazioni e gli uragani sono più frequenti ed estremi. Siamo estremamente fragili».
Aprendo il vertice, Macron ha detto che «Proteggere e ripristinare la biodiversità è nel nostro interesse. Oltre a creare milioni di posti di lavoro tra oggi e il 2030, il mondo naturale offre molti vantaggi. Le foreste intatte e gli ecosistemi oceanici possono aiutare a raggiungere gli obiettivi climatici agendo come serbatoi di carbonio. La natura offre soluzioni per sviluppare un’agricoltura sostenibile, per i servizi economici e finanziari, aiutandoci a preservare i nostri patrimoni e le nostre culture».
Il summit ha riunito Capi di Stato e di governo, compreso il premier italiano Giuseppe Conte (in fondo a questo articolo trovate il video del suo intervento), leader di organizzazioni internazionali, istituzioni finanziarie, del business e di ONG. In un comunicato del presidente Macron si legge che «Tutti hanno chiesto di accelerare l’azione internazionale in favore della natura e a prendere degli impegni concreti per lottare contro la perdita di biodiversità».
E in effetti l’One Planet Summit ha deciso iniziative concrete sulle quattro tematiche discusse.
Protezione degli ecosistemi terrestri e marini: oltre 50 Stati mobilitati per il Mediterraneo e lo sviluppo di Aree protette. La High Ambition Coalition (HAC) for Nature and People, co-presieduta da Francia, Costa Rica e Regno Unito, intende «creare le condizioni politiche per l’adozione di un obiettivo ambizioso di protezione della natura nel futuro quadro mondiale per la biodiversità, che deve essere adottato dalla Convention on biological diversity nel 2021». 50 Stati si sono impegnati in questa Coalizione per proteggere il 30% del Pianeta, sia a terra che a mare, entro il 2030.
All’OPS è stata lanciata anche la Coalition pour une mer Méditerranée exemplaire en 2030 co-presieduta da Spagna, Francia e Principato di Monaco e della quale fanno parte anche Italia, Tunisia e Commissione europea, che è stata realizzata intorno a 4 impegni: 1) sviluppare una rete di Aree protette; 2) mettere fine alla sovra-pesca; 3) lottare contro l’inquinamento marino e mettere fine alla plastica usa e getta; 4) rendere più verde il trasporto marittimo. L’Eliseo dice che «Questa iniziativa punta a mobilitare gli Stati ma anche gli attori regionali, i protagonisti locali, la società civile e il settore privato per la preservazione del bacino mediterraneo.
Macron ha detto che l’obiettivo del 30% di aree protette marine e terrestri sarà attuato dalla Francia già nel e che il 10% avrà una protezione molto forte. Obiettivi che saranno fissati nella stratégie nationale pour les aires protégées che dovrebbe essere pubblicata tra qualche giorno.
La ministro francese per la transizione ecologica, Barbara Pompili, ha ricordato che «Di tutti gli ecosistemi vulnerabili, il Mar Mediterraneo è sicuramente uno dei più importanti, gli attori del settore marittimo sono in parte responsabili del suo riscaldamento che accelera, il Mediterraneo è anche sottoposto a una forte pressione turistica»
L’autonomista corso Gilles Simeoni, presidente del Consiglio esecutivo della Corsica e presidente della commissione isole della Conferenza delle Regioni periferiche marittime ha sottolineato che «Bisogna che gli impegni per la biodiversità si concretizzino il più velocemente possibile, con decisioni politiche coraggiose e politiche pubbliche di rottura con un modello che ci porta al disastro». Dichiarazioni mille miglia lontane da quelle di qualche sindaco della vicina Isola d’Elba che si oppone all’istituzione dell’Area marina protetta dicendo che il disastro sarebbe proteggere il mare come richiede la legge e il buonsenso.
Il Regno Unito si sta impegnando a proteggere il 30% della sua terra e del suo oceano entro la fine del decennio.
Agroecologia: più di 10n miliardi di euro per la Grande Muraglia Verde del Sahel. Il Great Green Wall Accelerator (GGW Accelerator) è un’iniziativa multi-stakeholder per armonizzare e catalizzare gli sforzi dei partner dello sviluppo nella fascia sudano-saheliana, attraverso la diffusione delle pratiche agroecologiche. GGW Accelerator punta a dare un nuovo slancio alla Grande Muraglia Verde, un’ambiziosa iniziativa africana lanciata negli anni ’80 per rinverdire il Sahel. I diversi partner si sono impegnati a mobilitare 14,3 miliardi di dollari di finanziamenti entro il 2025 negli 11 Paesi interessati. Oltre 100 imprese, riunite nell’ International Agroecological Movement for Africa (IAM Africa) si sono impegnate a contribuire alla messa in opera degli obiettivi di transizione agro-ecologica nei Paesi della Grande Muraglia Verde.
Secondo l’United Nations convention on combating desertification, complessivamente, sonno necessari circa 33 miliardi di dollari per raggiungere gli ambiziosi obiettivi dell’iniziativa di ripristinare 100 milioni di ettari di territorio degradato, stoccare nel suolo circa 250 milioni di tonnellate di carbonio atmosferico e creare entro il 2030 circa 10 milioni di posti di lavoro verdi per le poverissime comunità del Sahel.
Il presidente della Mauritania Mohamed Cheikh El-Ghazouani, che è anche presidente della Conference of Heads of State and Government of the Pan African Agency for the Green Great Wall, ha accolto con favore l’annuncio: «La mobilitazione di questo finanziamento aggiuntivo attraverso un approccio innovativo contribuirà sicuramente al raggiungimento degli obiettivi della Grande Muraglia Verde».
Dal 2007, il programma Great Green Wall ha piantato miliardi di alberi e sostenuto decine di migliaia di famiglie locali. Il suo percorso serpeggia lungo il margine meridionale del deserto del Sahara in Africa, dalla costa atlantica al Mar Rosso.
Finanza: mobilitare le imprese, i fondi pensione e di investimento e gli investitori pubblici per la protezione della biodiversita. La Natural Capital Investment Alliance annunciata all’OPS dal Principe Carlo di Galles raggrupperà i protagonisti della finanza che vogliono aumentare i loro investimenti nel rispristino della biodiversità. I suoi fondatori, HSBC Pollination Climate Asset Management, Lombard Odier e Moriva puntano a mobilitare 10 miliardi di dollari per la natura entro i prossimi 2 anni.
La Taskforce on Nature-related Financial Disclosure (TNFD) è un’iziativa che coinvolge operatori pubblici e privati, tra i quali una cinquantina di grandi istituzioni finanziarie e il governi di Francia e FREgno Unito. TNFD elaborerà un quadro di misure e rischi, impatti e benefici delle attività economiche in materia di biodiversità, per poter così stabilire degli standard di trasparenza per le imprese e le istituzioni finanziarie.
La Coalition pour la convergence des financements en faveur du climat et de la biodiversité vuole invece costruire maggiori sinergie tra azione climatica e salvaguardia della biosfera. I suoi membri lavoreranno per accrescere la parte dei loro finanziamenti a favore del clima a beneficio anche della biodiversità, per raggiungere almeno il 30% entro il 2030.
Il primo ministro britannico Boris Johnson ha annunciato che in 5 anni il Regno Unito spenderà almeno 3 miliardi di sterline di finanziamenti internazionali per il clima per la natura e la biodiversità e che «L’investimento è necessario per proteggere la natura, compresa la vita marina, le foreste e la produzione alimentare sostenibile».
Nel suo discorso all’Open Planet Summit, Johnson ha detto che «L’umanità sta distruggendo specie e habitat a un ritmo assolutamente irragionevole» e ha spiegato che «I 3 miliardi di sterline, che fanno parte del contributo di 11,6 miliardi di sterline del Regno Unito a un’iniziativa di finanziamento per il clima, andrebbero a proteggere la natura, sia che si tratti di vita marina, conservazione del legname o produzione alimentare sostenibile.
I programmi sostenuti dal finanziamento includeranno la conservazione marina, la lotta alla deforestazione e gli sforzi per preservare habitat come le mangrovie che proteggono le comunità locali dagli impatti dei cambiamenti climatici. Ovviamente, è giusto concentrarsi sul cambiamento climatico, ovviamente è giusto ridurre le emissioni di CO2 ma non raggiungeremo un vero equilibrio con il nostro pianeta, a meno che non proteggiamo anche la natura».
Proteggere le foreste, le specie e la salute umana. L’iniziativa PREventing ZOonotic Diseases Emergence (PREZODE) attuerà una cooperazione inedita a livello internazionale tra ricercatori e reti di sorveglianza sanitaria per la prevenzione di nuove pandemie di origine animale. Lanciata dalla Francia con il sostegno della Fao e di concerto con numerosi scienziati europei, PREZODE mobilita già più di 400 ricercatori e esperti di salute umana, animale e ambientale.
Anche il premier conservatore britannico ha parlato della pandemia di COvid-19, sottolineando che «E’ il prodotto di uno squilibrio nel rapporto dell’uomo con il mondo naturale, originato da una collisione tra il genere umano e il mondo naturale».
One Planet Summit è stata l’occasione per fare il punto sull’Alliance for the Preservation of Forests annunciata al G/ del 2019 e che sembrerebbe pronta a partire, ampliando si ai Paesi che hanno già espresso il loro sostegno all’iniziativa, come la Germania e la Repubblica democratica del Congo che hanno annunciato la loro adesione all’Alleanza in occasione dell’OPS.
Macron ha concluso l’OPS non nascondendo problemi e ritardi: «Il sistema internazionale a volte è molto lento. Ma questa è un’agenda di progresso per la protezione della biodiversità».