Lo studio “Natural hybridization between pen shell species: Pinna rudis and the critically endangered Pinna nobilis may explain parasite resistance in P. nobilis”, pubblicato su Molecular Biology Reports da Maite Vázquez-Luis, Elisabet Nebot-Colomer e Salud Deudero del Centro Oceanográfico de Baleares dell’Instituto Español de Oceanografía (IEO), e da Serge Planes ed Emilie Boissin del Centre de Recherches Insulaires et Observatoire de l’Environnement (CRIOBE) ha rivelato l’ibridazione tra la Pinna nobilis, la nacchera, il più grande bivalve mediterraneo in pericolo critico, e la nacra de roca (Pinna rudis), appartenente allo stesso genere – e che può essere scambiata per una giovane Pinna Nobilis – che si è dimostrata resistente al parassita che sta uccidendo le popolazioni di nacchere nel Mediterraneo.
Come ricordano all’IEO, «Dall’autunno 2016, la nacchera Pinna nobilis ha subito un grave evento di mortalità nel Mar Mediterraneo a causa di un parassita chiamato Haplosporiudium pinnae. Di conseguenza, questa specie è stata inclusa nel Catálogo Español de Especies Amenazadas e nella lista rossa IUCN come in pericolo di estinzione. In questo contesto, sono in corso diversi studi per proteggerla, come il monitoraggio degli individui sopravvissuti effettuato dai ricercatori IEO nel Parque Nacional Marítimo Terrestre del Archipiélago de Cabrera».
I ricercatori spagnoli sottolineano che «L’analisi morfologica e genetica di questi individui ha permesso di identificare per la prima volta l’ibridazione di P. nobilis e P. rudis , cosa che potrebbe aiutare a comprendere l’immunità di alcuni individui al patogeno, poiché la nacra de roca è resistente al parassita e potrebbero esserlo anche gli ibridi».
La Vázquez-Luis sottolinea che «utti gli esemplari sopravvissuti che fino ad ora credevamo fossero Pinna nobilis dovranno superare un test di identità genetica, perché è possibile che alcuni di loro siano esemplari ibridi»
I risultati dello studio pubblicati su Molecular Biology Reports dimostrano che tre degli individui studiati avevano caratteristiche morfologiche miste del guscio e del mantello, mostrando caratteristiche di entrambe le specie. E le analisi molecolari hannoconfermato questa scoperta.
L’ibridazione tra specie è un processo comune in natura, molto importante nell’evoluzione e che può portare al collasso di una specie o alla formazione di una nuova. La Vázquez-Luis ha concluso: «Non sappiamo ancora se questi ibridi siano fertili o meno. Ora dobbiamo effettuare ulteriori studi per aiutare a determinare se gli individui sopravvissuti trovati, sia nel resto del territorio nazionale che in altri Paesi, sono veramente P. nobilis o esemplari ibridi».
L’Area marina di Punta Campanella si è subito interessata ai risultati dello studio spagnolo ed evidenzia che un monitoraggio effettuato dallo staff dell’Amp qualche mese fa, «Aveva riscontrato la morte di tutte le nacchere di mare individuate, circa 70. Il 100% di mortalità, mentre un precedente monitoraggio ne aveva individuate diverse ancora vive». Quindi, anche per il mare italiano e per le aree marine protette le notizie che arrivano dalle Baleari potrebbero essere davvero una speranza per salvare le nostre nacchere simbolo del Mediterraneo.