Ringrazio TERNA per aver presentato il nuovo elettrodotto con cavo interrato San Giuseppe-Portoferraio in un incontro pubblico online del 25 febbraio scorso dove è stato possibile dialogare direttamente con le persone di Terna, ricevere informazioni e dare suggerimenti.
Il Progetto porterà all’abbattimento dei tralicci sul Volterraio (dimenticati da alcuni anni dopo la messa in funzione del cavo interrato da San Giuseppe alle Casermette) e della linea aerea e dei relativi tralicci dal Volterraio alla Centrale di Portoferraio, sostituita anche in questo caso da una linea interrata.
Sarei grato di una risposta alle seguenti domande che ho introdotto durante l’incontro:
1- il progetto ha valutato la presenza di un fosso tombato con lastroni di granito sul margine nord della Provinciale 26 nel tratto antistante il Podere San Marco?
2- è stata analizzata e con quale risultato la stabilità del filare dei pini provocato dall’interramento dei cavi nella piana di San Giovanni nella strada da Carpani per Porto Azzurro (ex Provinciale 26)? Con quale risultato è stato valutato il relativo rischio di caduta in relazione ad un ulteriore trincea e relativo taglio di radici? E’ stata analizzata la possibilità di abbattere un filare di pini integrando il verde pubblico con nuove piantumazioni; per esempio nel parcheggio di San Giovanni o con il rinnovo del verde dell’impianto sportivo di San Giovanni?
E’ da ricordare che i pini sono stati piantati negli anni ‘50 del secolo scorso sul margine della strada e nella quale nel corso degli anni sono passati interrati in trincea con taglio delle radici vari servizi:
-il tubo dorsale dell’acquedotto che distribuisce l’acqua dalla Val di Cornia all’Elba realizzato negli anni ‘80’
-l’impianto di collegamento delle acque reflue di Portoferraio con Monte Fabrello a tre tubi realizzato nei recenti anni ‘10
-cavi telefonici.
Negli ultimi anni numerosi di quei pini sono crollati in condizione di vento molto forte, che ormai accade sempre con maggiore frequenza, forse in relazione al taglio delle radici, fortunatamente senza causare vittime.
Il crollo di un albero provoca l’interruzione della viabilità nel tratto praticamente che congiunge Portoferraio con l’Elba orientale (Rio, Porto Azzurro, Capoliveri), fondamentale per l’accesso ai servizi di Ospedale, Vigili del Fuoco, Polizia, Porto di Portoferraio. L’alternativa è da Portoferraio arrivare a Procchio, Marina di Campo, Lacona, Mola allungando il percorso di quasi un’ora.
In conclusione segnalo questo brano su http://www.conalpa.it/gestione-e-cura-dei-pini-intervista-a-giovanni-morelli/
In città i pini mediterranei subiscono continue torture e stress da parte della cementificazione dei suoli e degli spazi vitali. Quali sono gli errori più comuni?
... i Pini sono specie ruderali e non si curano molto della cementificazione. Semplicemente, se li costringiamo a livello radicale, evadono. Purtroppo, la risposta più comune a questa evasione è la mutilazione delle radici; mutilazione che poi si ripropone ad ogni scavo per la riparazione o la posa dei sottoservizi. La relazione tra danneggiamento radicale e stabilità dei Pini è ben nota; quindi, o smettiamo di scavare, o rinunciamo ai Pini o decidiamo di regolamentare gli interventi. Avere un “Regolamento scavi” efficace, istituire una banca dati anagrafica affidabile degli scavi stessi, pretendere che professionisti preparati presiedano ai lavori per valutare l’impatto delle opere sull’albero che le subisce sono strumenti già oggi adottati da diverse amministrazioni. E poi, ovviamente, servirebbe una progettazione competente e lungimirante …
Paolo Gasparri