Riveviamo e pubblichiamo, senza condividerne i contenuti, la seguente nota del CAART - Coordinamento Associazioni Animaliste Regione Toscana
Egregio Ente Parco Arcipelago Toscano
il C.A.A.R.T. Coordinamento Associazioni Animaliste Regione Toscana,
chiede ancora una volta e con maggiore convinzione all'Ente Parco dell'Arcipelago Toscano nella persona del Presidente Sammuri e ai Consiglieri tutti di ripensare alla decisione di eradicare il muflone nelle isole toscane, al Giglio e all'Elba.
Questo anche alla luce dell'articolo apparso il 2021/03/06 su Giglionews.it
"Siamo piccoli agricoltori e vorremmo mantenere i mufloni qui al Giglio".
I piccoli agricoltori proprietari di vigneti, frutteti, seminativi. orti del territorio del Giglio precisano che i mufloni "non rappresentano un pericolo per l'agricoltura locale in quanto, per evitare la possibilità di eventuali brucature, è sufficiente installare una recinzione"..."i vigneti provvisti di recinzione non hanno mai ricevuto alcun danno da mufloni, segno che una semplice recinzione di circa 150-170 cm offre una protezione adeguata a salvaguardarli"...." Inoltre ci teniamo a dire che il Muflone del Giglio ormai fa parte della Natura di questa isola, ne rappresenta l'anima più arcaica....creatura che suscita ammirazione e rispetto, anche nei più piccoli. Va in tutti i modi difeso e protetto..."
E qui sorge una domanda importante.
Quale dovrebbe essere la finalità principale dell'esistenza di un parco nazionale?
Non dovrebbe essere quella di salvaguardare e proteggere flora e fauna locali, aumentare la sensibilità e l'empatia verso il nostro patrimonio di biodiversità , una natura di cui noi esseri umani NON siamo i beneficiari, i fruitori senza rispetto e responsabilità, ma ne siamo parte?
Ma forse ci sbagliamo e la finalità è un'altra?
Chiediamo allora quale sia, anche perché siamo cittadini consapevoli e sappiamo che gli animali sono "patrimonio dello Stato" a maggior ragione in una zona che dovrebbe proteggerli.
Il progetto Life LetsGoGiglio ha avviato l'eradicazione del muflone dall'isola del Giglio e dall' Elba, perché gli amministratori dell'Ente Parco hanno considerato il muflone specie alloctona, ma non lo è in quanto proviene dalla Sardegna e dunque può essere considerata a pieno titolo "specie parautoctona".
Gli agricoltori gigliesi hanno affermato nell'articolo citato, con le loro semplici e commoventi parole, che il muflone è divenuto un simbolo di queste isole, poiché vive lì da molto tempo, è un animale schivo e difficile da avvistare, dunque degno di ammirazione.
Allora chiediamo ancora una volta: perché decidere di eradicare il muflone dal parco usando i fondi europei di oltre un milione e mezzo di Euro?
Eradicare, cioè uccidere tutti i mufloni sparando loro crudelmente dovrebbe essere "l'ultima ratio ", l'ultima soluzione dopo aver tentato ogni altra via ecologica, cioè non violenta, come raccomanda la legge.
A quanto pare nel caso dei danni da mufloni è sufficiente una recinzione utile anche per contenere i conigli selvatici. Non vorremmo che dopo i mufloni la stessa sorte toccasse ai conigli.
L'Ente Parco potrebbe nel caso aiutare economicamente gli agricoltori che avessero necessità, attingendo a quei finanziamenti europei che potrebbero in questo caso avere davvero una utilità didattica: favorire la giusta convivenza fra l'uomo e gli animali (altra finalità e scopo dell'esistenza di un parco).
Il Presidente Sammuri il 3 Marzo presenta con entusiasmo in un evento on line "Il ritorno della foca monaca nell'arcipelago toscano".
Tutti gli animali sono importanti, degni di protezione, di rispetto e considerazione. Forse la foca monaca entusiasma perché è rara?
Magari se iniziasse a nutrirsi di troppi pesci diventerebbe nociva? E giustificherebbe la sua uccisione?
E' giunto davvero il momento di cambiare questa mentalità antropocentrica che considera un animale solo per la sua utilità per l'uomo.
Un animale è parte della natura esattamente come l'uomo è parte della natura.
Il Ministro della Transizione Ecologica Cingolani si è espresso sulla necessità di una visione globale dell'ambiente, una visione che non deve più considerare la natura solo riguardo all'utilità e ai bisogni umani.
Un parco ha ragione di esistere soltanto se attua politiche che favoriscano la protezione di flora e fauna, se insegna la giusta convivenza fra uomini e animali presenti.
Altrimenti il parco ha fallito nei suoi intenti e soprattutto mostra un'immagine sbagliata e negativa alle giovani generazioni, ai bambini che ancora guardano alla natura con occhio innocente e non viziato dagli interessi.
Vorremmo una risposta diversa a queste nostre domande.
Vorremmo finalmente intravedere la costruzione di un mondo diverso, più inclusivo e rispettoso di ogni essere vivente perché occuparsi dell'ambiente non è solo risolvere i problemi legati all' energia, ai rifiuti e avere abitazioni a norma. Il Ministero della Transizione Ecologica prevede una visione globale, altrimenti tanto valeva lasciare il Ministero dell'Ambiente, questo pensano i cittadini, questa è la percezione che si ha.
In allegato trovate la Relazione di Mariangela Corrieri, Presidente di Gabbie Vuote, Membro del CAART, che dimostra la " parautoctonia" del muflone e contesta, dati e leggi alla mano, le motivazioni addotte dagli organi del parco sulla necessità di eradicazione.
Stefano Corbizi
Portavoce CAART - Coordinamento Associazioni Animaliste Regione Toscana