Il Mediterraneo è considerato uno dei mari più vulnerabili al riscaldamento globale e il mare più sovrasfruttato al mondo: la temperatura superficiale dell’acqua ha raggiunto il massimo storico di 31°C, le specie non indigene sono circa 1000, di cui 618 considerate stabili, il 62,5% degli stock ittici del Mediterraneo sono sovrasfruttati ed in alcune aree la concentrazione di microplastiche arriva ai 10 kg per km2. Pur coprendo solamente lo 0,82% della superficie mondiale oceanica, il Mar Mediterraneo ospita il 7,5% di tutta la biodiversità marina mondiale, motivo ulteriore per rinforzare la necessità di proteggere questo inestimabile patrimonio.
La buona notizia è che abbiamo numerose soluzioni per aiutare il nostro mare a rigenerarsi, conosciamo ad esempio i benefici che possono portare le Aree Marine Protette (AMP).
In queste aree la biodiversità viene tutelata e salvaguardata in un’ottica di sviluppo sostenibile, in modo che le bellezze del mare e le sue risorse siano fruibili anche per le generazioni future. Nelle AMP ben gestite il mare torna all’apice delle sue forze e la biodiversità aumenta. Può quindi reagire meglio a stress globali come i cambiamenti climatici, garantendo spazi dove i pesci riescono a riprodursi non una ma più volte, vivendo più a lungo e diventando più grandi. Ma i benefici delle AMP non si fermano alla componente ambientale, perché rappresentano anche un importante volano di sviluppo sociale ed economico per le popolazioni locali.
Siamo ancora in tempo per cambiare rotta ma ci rimane pochissimo tempo per farlo.
Le AMP sono state riconosciute come un importante strumento di gestione per la conservazione e il recupero degli ecosistemi marini e dei servizi ecosistemici, ovvero i benefici forniti dagli ecosistemi al genere umano ad essi associati. Nelle AMP ben gestite il mare ritorna all’apice delle sue forze e la biodiversità aumenta del 23%. Può quindi reagire meglio a stress globali come i cambiamenti climatici, garantendo spazi dove i pesci riescono a riprodursi non una ma più volte, vivendo più a lungo e diventando più grandi. E per i pesci le dimensioni contano eccome. Gli individui più grandi producono molte, ma molte più uova, e qualche centimetro in più fa una notevole differenza. Una spigola o un branzino di 40 centimetri, per esempio, genera in media duecentotrentamila piccoli. Se quella stessa spigola raggiungesse gli 80 centimetri sarebbe in grado di generarne tre milioni e trecentomila!
La buona notizia è che né i pesci né tantomeno le loro uova conoscono i confini della riserva e, a mano a mano che i numeri aumentano, le aree circostanti vengono ripopolate, contribuendo al sostentamento delle persone che dipendono dalla pesca. Il sistema, insomma, è virtuoso. In un’area totalmente protetta, la biomassa aumenta in media del 446 per cento, la densità, il numero di piante o animali in una determinata area, del 166 per cento, le dimensioni corporee del ventotto per cento e il numero di specie del ventuno per cento. Tuttavia, questi processi devono essere supportati dai giusti sistemi di progettazione, gestione, governance e applicazione, altrimenti resterebbero solo delle linee tracciate su una mappa.
Con AMP ben progettate e gestite possiamo migliorare la salute degli ecosistemi e persino invertire il trend di perdita di biodiversità, ma non avremo mai successo se la popolazione locale non è coinvolta e non partecipa attivamente alla sua progettazione prima e al suo controllo poi.
I benefici delle AMP non si limitano a quelli ecologici, ma sono tradotti anche in vantaggi sociali ed economici legati all’economia blu e a tutti gli attori coinvolti nelle attività legate al mare. Le AMP sono delle vere e proprie polizze assicurative, che permettono di conservare la biodiversità del nostro oceano e allo stesso tempo rappresentano anche un importante volano di sviluppo sociale ed economico per le popolazioni locali. I nostri vicini francesi, alle cui coste non abbiamo niente da invidiare, lo sanno bene, e con alcuni studi economici fatti proprio sull’area marina protetta di Port-Cros hanno dimostrato che ogni euro investito nell’area marina protetta genera per la comunità locale un utile novantadue volte superiore, creando nuovi posti di lavoro e favorendo non poco il settore eco-turistico. Queste zone di tutela devono essere considerate un investimento per il nostro futuro, eguagliabili ad una polizza assicurativa. Sono una vera e propria eredità e rappresentano uno strumento utile per conservare e lasciare alle nuove generazioni la straordinaria bellezza e le risorse del nostro mare.
In Italia non mancano esempi virtuosi di AMP. Torre Guaceto è un tratto di costa lungo 8 chilometri a nordovest di Brindisi, per molto tempo tristemente noto come centro di cattive pratiche di pesca, contrabbando, mercato nero, oltre che punto di sbarco per l’immigrazione clandestina. Ora, invece, è famoso in tutto il mondo per l’incredibile riqualificazione che è avvenuta grazie all’istituzione dell’area marina protetta. Nel 2001, Torre Guaceto ha imposto un divieto di cinque anni sulla pesca per ricostruire gli stock ittici che risultavano catastroficamente in calo. Dopo quattro anni di studio, la pesca artigianale è stata a poco a poco reintrodotta nell’AMP e se ne monitorano gli effetti. Oggi nell’area marina protetta sono autorizzati all’attività solo i pescatori professionali, la pratica può essere effettuata esclusivamente con reti a maglia larga e le uscite in mare si svolgono una volta a settimana. In questo modo si è registrato un incremento della popolazione ittica del quattocento per cento, un caso diventato di interesse mondiale che ha attratto studiosi provenienti sin dalla California. Non solo. A oggi, la resa di pesca nell’area protetta è pari al doppio rispetto a quella che si registra al suo esterno.
Nonostante i benefici ecologici, social ed economici, ad oggi la copertura totale delle AMP in Italia rappresenta solo il 9,74% delle acque sotto la giurisdizione nazionale (se si include anche il Santuario Internazionale dei Mammiferi Marini Pelagos), di cui solo il 0,06% è stato oggetto di valutazione gestionale, inoltre dal 2012 e ad oggi sono solamente due le AMP istituite in Italia (dati aggiornati da Protected Planet in data 29/10/2020). Ciò implica che un alto numero di queste aree marine non sono concretamente protette oppure, sebbene la loro protezione sia stata progettata, la loro realizzazione non è stata implementata.
Le Aree Marine Protette (AMP) sono il miglior strumento che abbiamo a disposizione per tutelare la biodiversità e garantire lo sviluppo sostenibile in modo che le bellezze del mare e le sue risorse siano fruibili anche per le generazioni future.
Con la campagna 30x30 ITALIA desideriamo tutelare il patrimonio marino del Mediterraneo, facilitando l’istituzione di AMP nelle acque italiane attraverso la sensibilizzazione, la ricerca e l’azione. Crediamo che il raggiungimento di questo obiettivo sia la speranza per il nostro Mar Mediterraneo e per raggiungerlo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti.
Quelli che stiamo vivendo sono anni cruciali per la salute dell’oceano, abbiamo una grandissima responsabilità, siamo in un momento cruciale della storia. Le decisioni che prenderemo nel prossimo decennio incideranno sul futuro del nostro pianeta per i secoli a venire. La comunità scientifica ci ha ben indicato in maniera precisa la rotta dobbiamo proteggere almeno il 30% dell’ambiente marino entro il 2030 per garantirne funzionalità e produttività.
Il patrimonio culturale e naturale italiano è indissolubilmente legato al suo mare e merita di essere protetto.
La campagna 30×30 Italia è un percorso nazionale il cui obiettivo è di proteggere, attraverso l’istituzione di Aree Marine Protette (AMP), almeno il 30% dei mari Italiani entro il 2030. Desideriamo comunicare l’importanza della protezione degli ecosistemi marini del Mediterraneo e lavorare attivamente per la loro tutela. Possiamo raggiungere questo obiettivo solo lavorando insieme promuovendo l’azione comune di un mare italiano produttivo e resiliente, in cui la tutela della biodiversità diventi volano di sviluppo economico e sociale.
La campagna 30×30 Italia avrà una durata di 10 anni, 30 obiettivi strategici per raggiungere quello più grande: proteggere il 30% dei mari Italiani entro il 2030.
La campagna ha un valore nazionale ma si inserisce in un contesto internazionale molto più ampio che fa riferimento a una resolution approvata durante il Congresso Mondiale della conservazione dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) del 2016 che identifica come necessaria la protezione di almeno 30% dell’Oceano entro il 2030 per garantirne la funzionalità e produttività, ai nuovi target Post-2020 del Global Biodiversity Framework e all’impegno adottato dalla Unione Europea all’interno della “EU biodiversity strategy for 2030 – Bringing nature back into our lives” e recentemente approvato dal Consiglio Europeo.
L’obbiettivo principale della campagna nel suo primo anno sarà quello di far adottare dall’Italia il target del 30×30 all’interno della Conferenza delle Parti della Convenzione sulla Diversità Biologica e fare in modo che l’Italia possa essere promotrice di questo impegno all’interno delle Comunità Europea. Inoltre verranno perseguiti i seguenti obbiettivi:
L’obiettivo finale sarà raggiunto grazie a 30 obiettivi strategici legati alle scienze marine e alla ricerca, alla divulgazione, al coinvolgimento delle nuove generazioni, all’efficacia di gestione e alla formazione dei futuri custodi del patrimonio naturalistico del Mediterraneo.
La campagna 30X20 ITALIA, lanciata da Worldrise con il patrocinio dell’Iucn - Wcpa, il sostegno di AXA, Gucci e NothSails (Funding partners) Greenatural, WHATaECO, VoiHotels e Feelin Feelt, è realizzata in collaborazione con: Associazione per il Mare, Caretta Calabria Conservation, CE.S.R.A.M., Centro Studi Squali – Istituto Scientifico, Cestha, Change for planet, Choose Saltwater, Cittadini Sostenibili, Fridays For Future Genova, GreenRope, Inspire Ecopartecipation, Istituto Oikos, Me.Ri.S, MUMA Milazzo, Natura di Mezzo, Outdoor Portofino, il Polo Positivo, SIMBIO, Sons of the Ocean, Surfrider Genova, TerraLab, The Black Bag, World Activity Com.
Worldrise è una ONLUS ideata da giovani professionisti che sviluppa progetti di conservazione e valorizzazione dell’ambiente marino attraverso un percorso incentrato sulla sensibilizzazione, la creatività e l’educazione. I progetti di Worldrise vengono coordinati e realizzati coinvolgendo giovani studenti e neolaureati per facilitare l’acquisizione di conoscenze pratiche professionali e formare i futuri custodi ed ambasciatori di questa immensa ricchezza.