a spiaggia La Rossa, che si apre appena arrivati a Porto Azzurro, ormai in area portuale, deve il suo nome alla caratteristica sabbia e ghiaia minutissima e rossastra che viene dai monti e dalle colline che sovrastano Porto Azzurro, ma da ora in poi bisognerà chiamarla “La Bianca” visto che un incredibile e scandaloso “ripascimento” voluto dall’amministrazione comunale l’ha ricoperta con uno spesso strato di sabbia bianca che sembra quella famosa della Solvay.
Viene da chiedersi il perché di un atto così scellerato che sembra un vero e proprio affronto a una spiaggia che deve il suono nome alla storia longonese.
Viene soprattutto da chiedersi da dove venga il materiale utilizzato per sbiancare “La Rossa” e perché non sia stato utilizzato per il ripascimento materiale simile a quello che costituiva la spiaggia.
Viene da chiedersi chi abbia – oltre il Comune – autorizzato questo scempio e se la Soprintendenza ritenga normale un intervento del genere che muta paesaggio e storia.
E’ poi abbastanza incredibile che il Comune di Porto Azzurro, che insieme a Capoliveri e Rio chiede che le miniere dell’Elba diventino Patrimonio dell’Umanità UNESCO, attui un intervento del genere che cancella la storia geologica di un pezzo di territorio urbano. Sono forse queste le tutele e le valorizzazioni delle risorse geologiche che le tre amministrazioni elbane intendono proporre all’UNESCO per passare i severi esami ai quali l’agenzia culturale dell’Onu sottoporrà l’intero territorio?
Uno dei biglietti da visita che proporremo ai valutatori UNESCO saranno questi banali “mini-caraibi” portuali che hanno cancellato una spiaggia che si chiamava La Rossa?
PRIMA DEL RIPASCIMENTO
DOPO IL RIPASCIMENTO