Con il forum online, “La risorsa idrica in Val di Cornia e all'Elba: gestione e criticità”, tenutosi l’8 luglio, terza iniziativa del progetto di comunicazione Prima l’acqua, per il territorio in sicurezza, un focus sullo scenario generale della risorsa idrica, è stata sviluppata un’analisi approfondita sul tema della gestione idrica in Val di Cornia e all’Elba. Al webinar hanno preso parte: Alessandro Mazzei, Direttore Autorità Idrica Toscana; Piero Barazzuoli, docente dell’Università di Siena, Isabella Bonamini, Dirigente dell’Autorità di Bacino distrettuale, Appennino Settentrionale e Andrea Cappelli di AIT. L’incontro è stato moderato dalla giornalista, Ivonne Carpinelli di Canale Energia. L’intera campagna è promossa da AIT in collaborazione con ASA e col patrocinio di Regione Toscana, Confservizi Cispel Toscana, CNA Toscana, Confindustria Livorno Massa Carrara e Consorzio di Bonifica 5 Toscana Costa.
Il professor Barazzuoli, che ha svolto uno studio con l’Università di Siena per una valutazione approfondita sul bilancio idrico della Val di Cornia e dell’isola d’Elba, ha detto chiaramente che le falde elbane non sono ulteriormente sfruttabili e vanno a decrementare la risorsa in futuro. Quindi eventuali nuovi pozzi possono aiutare in caso di guasti, ma non come incremento di produzione annuale, che viceversa andrebbe diminuita per un maggiore rispetto ambientale dell’isola. La stessa situazione si ha in Val di Cornia, dove c’è il grande problema della qualità dell’acqua per cui ASA ha dovuto investire decine di milioni di euro per il trattamento ma che non andrà a migliorare la situazione in futuro.
All’Elba soltanto l’acqua di ruscellamento potrebbe essere un’opportunità, tramite la realizzazione di dighe e bacini, dai costi proibitivi e con impatti ambientali non sostenibili dall’isola. Tutte le altre proposte di cui si è sentito parlare, sono da considerare non attendibili da un punto di vista della validità scientifica.
L’ingegnera Bonamini ha messo in luce le criticità dell’acquifero della Val di Cornia, già molto sfruttato, su cui poggiano anche le risorse idriche dell’Elba. E ha posto l’accento sulla necessità per ogni territorio di avere più alternative per far fronte alle emergenze idriche. Al momento, l’unica soluzione è rappresentata dalla condotta sottomarina che connette la Val di Cornia all’Elba, ma si tratta di un’infrastruttura a forte rischio di usura. Anche Bonamini intravede nella costruzione di un impianto di dissalazione l’unica strada per evitare che il sistema socio-economico del territorio elbano possa andare in crisi.
L’ingegner Cappelli dell’AIT ha concluso il webinar affermando che i territori della Val di Cornia e dell’Elba sono afflitti da una duplice problematica: qualità e quantità scarse dei corpi idrici e approvvigionamento dell’acqua. Occorre assolutamente interrompere il depauperamento dell’acquifero della Val di Cornia e procedere con la realizzazione dell’impianto di dissalazione a Mola, per arrivare a una soluzione strutturale che consenta di mettere in sicurezza l’acqua all’Elba. In parallelo, sarà necessario proseguire anche nella riduzione delle perdite, così come si sta facendo in Toscana e in questi territori.
Nei precedenti webinar gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’Istat (Lucentini e Tersigni) avevano rilevato la necessità di lavorare a soluzioni strutturali e sicure per affrontare le sfide attuali e future connesse ai cambiamenti climatici, intravedendo nella dissalazione una soluzione affidabile. E le rassicurazioni del secondo forum da parte di chi ha sperimentato da anni la dissalazione come le autorità scientifiche israeliane – rappresentate dal prof. Bar-Zeev - e quelle toscane, tramite il Sindaco Ortelli del Giglio, sono state ulteriori conferme sulla necessità di intraprendere con decisione la strada della dissalazione.