Lo chiamano il tasso millenario del monte Capanne e la leggenda ci racconta che è uno degli alberi più antichi della nostra isola, il patriarca di poche centinaia di esemplari racchiusi in un'area piuttosto ristretta a nord del crinale del massiccio del Monte Capanne delimitata ad ovest da Monte di Cote, ad est da Masso alla Quata e a nord dalla Valle della Nivera.
Il tasso se ne sta lì, nascosto dagli occhi indiscreti dei centina di appassionati di trekking che ogni giorno percorrono i sentieri del monte Capanne. Qualcuno lo chiama albero relitto, residuo di una foresta presente diversi milioni di anni fa. Da migliaia di anni aggrappato al terreno impervio della Valle delle Calanche, circondato da lastre di granito guarda la vetta della montagna più alta dell'Elba. I suoi scheletrici rami si intersecano su un tronco ormai squarciato dagli anni.
Non si arriva facilmente al suo cospetto, e forse é proprio la difficoltà di poterlo visitare lo ha aitato a mantenere il suo splendore. Si abbandona la ferrata del sentiero 00 e ci si inoltra su una fiancata ripida e impervia. Si cammina tra lastre di granito traballanti, arbusti, felci e, dietro un'enorme masso si nasconde il nostro tasso. Se ne sta lì in silenzio, si fa scattare le foto, si fa fare anche un selfie , ma pretende rispetto. Il rispetto che si deve ad un nonno che ha vissuto tanti anni e che seppur in silenzio può raccontare tantissime storie.
Auguriamo al nostro tasso altri mille anni di vita, che l'Elba se ne possa prendere cura per salvare un simbolo importante della nostra storia e del nostro territorio.
Damiano Matacera