A luglio la Consigliera regionale Irene Galletti del Movimento 5 Stelle aveva presentato una interrogazione sulla vicenda della spiaggia La Rossa a Porto Azzurro. Ora è finalmente arrivata la risposta dell’assessora all’ambiente Monia Monni che ricorda che «L’intervento è stato autorizzato dal Genio Civile Valdarno Inferiore con Decreto dirigenziale n. 9303 del 1.6.2021 a oggetto “Art.109 D.Lgs.152/2006 – lett. e) art.17 LR 80/2015 autorizzazione per la riprofilatura stagionale 2021 degli arenili in località Mola, Moletto, tratto tra Via Vitaliani e Largo Andreani e La Rossa mediante apporto di inerti di cava terrestre. Richiedente Comune di Porto Azzurro”. Come sottolineato dallo stesso Genio Civile, le autorizzazioni ex art.109 D.Lgs. 152/2006 sono autorizzazioni che rivestono profilo ambientale sotto l’aspetto di tutela delle acque marine, senza quindi interessare profili di carattere paesaggistico o di ecosistemi; inoltre le stesse autorizzazioni non rivestono il ruolo di autorizzazione all’esecuzione dell’intervento così come specificato anche al secondo capoverso del punto 3 del dispositivo del richiamato Decreto dirigenziale n.9303/2021 e che recita: “…il presente provvedimento è rilasciato ai soli fini ambientali dell’art.109 del D.Lgs. 152/2006 e pertanto fa salvi e impregiudicati i diritti di terzi. Il destinatario è tenuto a munirsi di tutti gli ulteriori titoli abilitativi e atti di assenso previsti dalle leggi vigenti…”».
Ricordato questo, la Monni entra nel merito dell’intervento di riprofilatura stagionale della spiaggia La Rossa: «Con Decreto n.9303/2021 è stato autorizzato il versamento di 160 tonnellate di sedimenti (pezzatura da 2 a 6 millimetri) provenienti da Su Monte Ladu in loc. Buddusò (SS) e i cui certificati (redatti da laboratorio del quale è stato preliminarmente verificato l’accreditamento sul sito di Accredia, ente unico nazionale di accreditamento) sono stati preliminarmente acquisiti dall’ufficio e positivamente valutati sotto l’aspetto chimico-ambientale in relazione allo specchio acqueo marino recettore».
L’assessora regionale in qualche modo minimizza il risultato dell’intervento, visto che precisa che «Come riportato dal competente Genio Civile, lo stato delle cose ex ante è stato già quasi totalmente ripristinato dagli eventi marini naturali, come rilevato con documentazione fotografica il 17 agosto scorso. In sostanza dopo neanche due mesi dalla riprofilatura, per effetto del modesto volume di apporto, la spiaggia ha assunto per gran parte l’aspetto originario ed il volume versato si è completamente mescolato con il corpo sedimentario della spiaggia, senza che parimenti si abbiano notizie di danni all’ecosistema. Come verificato dal competente Genio Civile in base all’esame dell’archivio d’ufficio, la spiaggia La Rossa è stata oggetto di interventi manutentivi simili a quello in oggetto, con materiali da cava terrestre, nel 2018, 2019 e 2020 e senza danni documentati all’ecosistema».
Premesso tutto questo e «ricordata anche l’attività di monitoraggio a scala regionale della linea di riva che viene portata avanti ogni anno dalla Regione grazie al contributo del Lamma», la Monni sottolinea che «A livello generale che le norme vigenti e le linee guida approvate definiscono le modalità e la documentazione necessaria, alle strutture regionali competenti in merito all’immersione in mare, per valutare la compatibilità e l’innocuità dei materiali degli interventi di contrasto all’erosione costiera e degli interventi di ripristino e di rimodellamento stagionale. Per quanto riguardano invece gli aspetti che esulano dalle competenze autorizzative regionali, come ad esempio quelli sotto il profilo paesaggistico, è opportuno ricordare che, ai sensi della normativa vigente sui lavori pubblici, il soggetto attuatore è tenuto, per l’approvazione del progetto, all’acquisizione di tutti i restanti pareri, atti ed autorizzazioni di legge. Inoltre, a differenza degli interventi di ripristino e riprofilatura stagionale, gli interventi di ripascimento e di realizzazione di opere di difesa della costa sono soggetti alle procedure di verifica e/o di valutazione ambientale previste dal D. Lgs. 152/06 e tutti i soggetti competenti da un punto di vista ambientale sono chiamati ad esprimersi all’interno di tale procedimento».
Secco il commento di Legambiente che aveva reso nota l’imbiancatura” della spiaggia della Rossa: «Al di là del linguaggio burocratico e dell’evidente scaricabarile, quel che emerge dalla risposta dell’assessora Monni è che il ripascimento è stato un fallimento totale (altro che rimescolamento) visto che sono bastate un po’ di onde portuali per riportare tutto come prima. La sabbia bianca estratta in una cava in Sardegna se l’è mangiata il mare di Porto Azzurro».
Umberto Mazzantini, responsabile mare Legambiente Toscana, conclude: «In questo senso, suonano davvero fuori luogo le dichiarazioni del Sindaco di Porto Azzurro Maurizio Papi che giustificò il ripascimento con il fatto che la spiaggia rossa era brutta e che facendola diventare bianca sarebbe stata molto meglio, arrivando a cambiarle nome da La Rossa a Spiaggia delle balene. La balena bianca arenata è durata un soffio di vento e ora il sindaco di Porto Azzurro farebbe bene a restituirle il suo nome storico, visto che anche il mare la pensa così. Resta un problema non da poco: nella risposta dell’assessore non si capisce di chi sia alla fine la responsabilità ambientale e paesaggistica degli interventi finanziati dalla regione e a chi spetta che questo avvenga secondo le linee guida dettate dalla stessa regione».