Dopo che la notte del primo ottobre, a sorpresa, delle tartarughine marine sono sciamate a sulla spiaggia di Morcone, nel Comune di Capoliveri, all’isola d’Elba, e dopo che nei giorni successivi i volontari organizzati da Legambiente Arcipelago Toscano avevano fatto per giorno e notte i turni di sorveglianza, sfidando anche temporali, vento e pioggia, che hanno permesso a 20 tartarughine di raggiungere il mare in sicurezza, intorno a mezzogiorno del 9 ottobre i ricercatori di ARPAT, Università di Siena e Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana, hanno aperto il nido circondati da una piccola folla di curiosi e volontari.
Quasi subito, insieme al primo guscio d’uovo, le ricercatrici si sono imbattute in una tartarughina ancora viva, la prima di quattro esemplari sopravvissuti nel nido che originariamente conteneva 85 uova, 72 delle quali schiuse, si tratta in percentuale probabilmente del più grosso successo riproduttivo tra i 7 nidi di tartarughe Caretta caretta accertati quest’anno in Toscana.
Quindi, se si tolgono le 20 tartarughine nate successivamente e le 4 trovate ancora vive nel nido, il primo ottobre dal nido di Morcone sono nate 48 tartarughine marine.
Le tartarughine, dopo essere state pesate e misurate, sono state poste sulla “pista di lancio” realizzata dai volontari del Cigno Verde e hanno raggiunto lentamente il mare tra due ali di una piccola folla premurosa e attenta – molti i bambini - che ha fatto il tifo (e scattato migliaia di fotografie e girato innumerevoli video) perché le 4 piccoline raggiungessero il mare attraversando la sabbia e la posidonia spiaggiata che, forse, qualcuna di loro da adulta risalirà tra qualche decina di anni per tornare a rinnovare questo miracolo della vita a Morcone.
Isa Tonso, responsabile del progetto tartarughe di Legambiente Arcipelago Toscano e Parco Nazionale ringrazia «Tutti i nostri eccezionali volontari che si sono sobbarcati i turni di sorveglianza 24 ore su 24, le molte persone che si sono messe a disposizione con entusiasmo e che ci hanno dato una mano davvero indispensabile a coprire i turni di sorveglianza, l’amministrazione comunale di Capoliveri, gli abitanti di Morcone, i turisti e gli operatori turistici che ci sono stati accanto con il loro interesse e aiuto in particolare il bar La Scogliera – sotto la cui terrazza mamma tartaruga ha scelto di nidificare - e il ristorante Drago per la cortese disponibilità e il buon cibo, E’ stata una nuova avventura ambientale e scientifica, un’emozione che resterà nel cuore di chi l’ha vissuta e un ricordo incancellabile per i turisti italiani e stranieri che hanno assistito a questa affascinante vicenda che continua a ripetersi sulle nostre spiagge».
Umberto Mazzantini, responsabile mare di Legambiente Arcipelago Toscano e del direttivo del Parco Nazionale, conclude: «Ancora una volta Arpat, Università di Siena, Istituto Zooprofilattico e Legambiente hanno saputo organizzare sul campo una lezione di scienza ambientale e una spiaggia elbana è diventata ancora una volta il simbolo del mare da proteggere e del miracolo della vita che si ripete nonostante le difficoltà che devono affrontare questi antichissimi rettili marini, come l’inquinamento luminoso sulle spiagge e i rifiuti marini spiaggiati e galleggianti. Le tenacissime e coraggiose tartarughine di Morcone sono un segno di speranza e futuro, ci dicono che non bisogna mollare, perché prima o poi raggiungeremo il nostro mare».
Foto di Roberto Barsaglini