Da un comunicato del Ministero per la Transizione Ecologica:
"Sono 140 i progetti di sviluppo sostenibile presentati dai 13 comuni delle 19 isole minori in risposta al bando PNRR “Isole Verdi”, chiuso il 22 aprile scorso. Gli interventi, per un valore complessivo di 200 milioni di euro, saranno finanziati con le risorse dell’Investimento 3.1 (M2C1) del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
L’obiettivo della misura è di superare i problemi legati alla mancanza di connessione con la terraferma, quelli di efficientamento energetico, lo scarso approvvigionamento idrico e il complesso processo di gestione dei rifiuti, intervenendo in modo integrato e specifico in queste aree caratterizzate da un elevato potenziale di miglioramento in termini ambientali ed energetici e trasformando le piccole isole in laboratori per lo sviluppo di modelli 100% sostenibili.
I progetti presentati, grazie anche alla assistenza tecnica messa a disposizione dal Ministero della Transizione Ecologica e da Cassa Depositi e Prestiti, assorbono tutte le risorse del PNRR per il Programma “Isole Verdi”.
Gli interventi che riguardano la produzione di energia da fonti rinnovabili e le risorse idriche – in particolare, dissalatori ed efficientamento delle infrastrutture – sono la maggior parte e impegneranno il 72% dei finanziamenti; seguono la mobilità sostenibile, l’efficientamento energetico e la gestione del ciclo dei rifiuti urbani.
I 13 comuni interessati sono l’Isola del Giglio, Capraia, Ponza, Ventotene, le Isole Tremiti, Ustica e Pantelleria, i tre comuni dell’Isola di Salina (Leni, Malfa e Santa Marina Salina), Favignana, Lampedusa e Lipari."
Fin qui il comunicato ministeriale che parrebbe interessare direttamente solo due delle sette isole del nostro Arcipelago (appunto non connesse alla rete elettrica nazionale) ma è opportuno notare come il Ministero pare abbia puntato, ovunque, sugli impianti di dissalazione insulari (con scarichi di salamoia anche sulle coste di isole interessate da aree marine protette) come scelta strategica. Ancor più improbabile ci pare, a questo punto e ragionando dell'Elba, la marcia indietro del Governo auspicata da quanti si oppongono alla realizzazione del dissalatore di Mola.
E.R.