Siamo in piena stagione estiva e, come ogni anno, il mare di Giannutri viene preso d’assalto da centinaia i motoscafi. Anche se l’ordinanza della Capitaneria di Porto Santo Stefano vieterebbe l’ancoraggio nel Golfo dello Spalmatoio ad una distanza minore di 100 metri in realtà è prassi avvicinarsi di poppa a pochi metri dalla costa per buttare una seconda ancora su un fondale di 1 o 2 metri oppure legare una cima ad una roccia emersa.
E’ quanto successo e documentato per l’ennesima volta da Legambiente il 16 luglio ma in realtà è quello che succede sull’Isola dei gabbiani durante tutta la stagione estiva, ormai da decenni.
«E’ quasi impossibile nuotare con maschera e pinne per ammirare le bellezze dei fondali di Giannutri e chi lo fa sa che rischia di essere colpito da una di queste imbarcazioni. La stessa cosa succede a Cala Maestra – spiega il responsabile Legambiente Arcipelago Toscano per Giannutri Emanuele Zendri - Qui l’ordinanza balneare impedisce proprio di ancorarsi eppure sabato c’erano 5 grossi motoscafi (alcuni rimasti tutta la notte) che l’avevano occupata completamente. La Capitaneria di porto chiamata ripetutamente non è purtroppo, riuscita ad intervenire perché impegnata in altre attività. Giannutri risulta così essere fuori controllo per lunghi periodi, cosicché i comportamenti illegali che mettono in pericolo i bagnanti e distruggono i fondali sono ormai la prassi».
Tutto questo succede soprattutto perché il Golfo dello Spalmatoio e Cala Maestra non rientrano all’interno del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Infatti, il decreto del Ministero dell’Ambiente del 21 luglio 1989 dal titolo “Perimetrazione provvisoria e misure provvisorie di salvaguardia del Parco nazionale dell'Arcipelago toscano” non faceva rientrare queste zone nelle misure di salvaguardia. Queste misure erano però provvisorie, in attesa della futura Area Marina Protetta dell’Arcipelago Toscano così come prevista dalla legge 979 del 1982 e poi dalla legge 394 dal 1991 e dal DPR istitutivo del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano del 1996. Ebbene, 40 anni dall’approvazione della legge sulla difesa del mare, 33 anni dal decreto che istituiva le misure di salvaguardia dell’Area marina protetta, 31 anni dalla legge sulle aree protette, 26 anni dall’istituzione del Parco Nazionale e nulla è successo.
Non è quindi, più tollerabile il far west che regna lungo le coste di Giannutri che mette in pericolo i bagnanti e produce danni ai fragili ecosistemi marini dell’isola. Se per carenza di mezzi e personale si rende impossibile alle forze dell’ordine di far rispettare leggi e ordinanze c’è qualcosa che non funziona, il tutto nel bel mezzo di quello che l’Italia presenta come un’Area marina tutelata: il Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos e al confine, anzi circondata dal mare protetto da un DPR.
Chiediamo che il Ministero della Transizione Ecologica si attivi finalmente affinché venga, una volta per tutte, istituita l’Area marina protetta dell’Arcipelago Toscano, rispettando finalmente le nostre leggi nazionali, le direttive europee, le convenzioni internazionali firmate solennemente dall’Italia.