Alle 22,56 del 22 settembre le infreddolite volontarie di Legambiente Arcipelago Toscano che fanno la guardia notte e giorno al sorprendente nido di Sant’Andrea, sono state premiate per la loro pazienza: una tartarughina marina si è affacciata dal buco creatosi nella sabbia e ha iniziato la sua faticosa camminata verso il mare.
A differenza di altre che la hanno preceduta e che hanno raggiunto il mare in un battibaleno, La piccola tartaruga marina – forse per il freddo – ha avuto non poche difficoltà, ma tra ribaltamenti, capriole, soste e deviazioni è riuscita a raggiungere le onde alle 23,29, più di mezz’ora dopo la sua emersione dal nido. Da lì in poi, questo minuscolo e tenacissimo esserino si è immerso nelle acque scure, verso un mistero insondabile di una vita che non riusciremo mai a conoscere ma che forse, se è una femmina, tra 20 o 40 anni la riporterà a Sant’Andrea a scavare sabbia e a depositare uova per perpetuare la sua specie e la bellezza.
Un a bellezza che ha fatto restare anche in queste prime freddissime notti autunnali le volontarie e i volontari di Legambiente a sorvegliare il nido di Sant’Andrea, nonostante non manchino sui social-media commenti deliranti fino all’imbecillità di chi odia la bellezza e la natura e non crede che ci siano ancora persone che rinunciano a gratuitamente al loro tempo e al sonno per assistere alla meravigliosa nascita di un piccolo animale, al perpetuarsi di un ciclo della vita che si perde nella notte dei tempi, quando gli esseri umani non esistevano ancora.
Chi non crede all’impegno gratuito e disinteressato degli altri è perché non ne sarebbe capace, perché non lo farebbe mai. Ma le coraggiose tartarughine di Sant’Andrea ci insegnano proprio questo: la natura se ne frega dei nostri piccoli interessi meschini e continua imperturbabile a spargere gratuitamente il miracolo della vita e della bellezza sulla terra e nel mare.