L'isola d’Elba offre paesaggi meravigliosi ed è sempre più meta di escursionisti e cicloturismo europeo. Questi visitatori sono perfettamente abituati a riportare i rifiuti del picnic nel loro zaino e a rispettare la natura.
Abbiamo verificato, soprattutto durante questi due anni di Covid, un'altra forma di inquinamento che altera i paesaggi dell'isola: alcuni cittadini elbani e anche imprese edili trovano più facile e probabilmente più economico gettare i loro rifiuti nei boschi, in mare o nei pressi di alcune spiagge, piuttosto che portarli in discarica.
Per rendersene conto basta passeggiare nei boschi di Monte Giove, Monte Grosso, Volterraio, Calamita, Porticciolo di Rio, Ortano e anche lungo le strade che portano da Rio a Porto Azzuro o al Cavo. Questi i luoghi che noi come residenti di Rio frequentiamo di più, ma senza dubbio in tutta l’isola questo fenomeno è purtroppo facilmente riscontrabile.
Lattine, imballaggi di plastica, pneumatici, bidet, persino sacchi di cemento e amianto sono sparsi nella macchia e nelle scarpate.
Ma anche sacchi pieni di spazzatura che, invece di essere consegnati al “porta a porta” che funziona regolarmente secondo il calendario, vengono lanciati dalle scarpate o lasciati sul ciglio della strada in balia di cinghiali e animali che portano in giro i vistosi residui.
E’ evidente che molti turisti ambientalisti preferiscano alla fine altri territori incontaminati, perché non è bello né rassicurante camminare nella natura tra montagne di rifiuti.
È ora che questa inciviltà cessi e che sia i Comuni che il Parco dell’Arcipelago Toscano e il Parco Minerario di Rio adottino misure più severe per sanzionare queste discariche abusive, indegne di persone civili.
Davide Chiocca, residente Elba