La tettonica del Mediterraneo ha origine in un tempo in cui la dimensione umana si perde, si dissolve nelle decine di milioni di anni che precedono la nostra casuale, straordinaria comparsa. Già dal Triassico la tettonica divergente porterà, nel lentissimo scorrere di interi periodi geologici, alla scissione di Pangea e all'apertura di un nuovo oceano, la Tedite. Porterà poi all'orogenesi alpina e appenninica, alla costruzione del bacino mediterraneo diverso da come oggi lo conosciamo fino renderlo quello che, nelle sue forme e articolazioni ci è familiare. Porterà alla nascita della penisola italiana, alla rotazione del blocco sardo-corso, al sorgere di vulcani, e non ultimo vedrà formarsi il nostro Arcipelago Toscano.
Quella dinamica che tanto ha lavorato nella trasformazione della faccia del pianeta è ancora molto attiva. L'antico andante secondo il quale "solo le montagne non si muovono" non ha nessun fondamento in geologia, e, come purtroppo riscontriamo ad ogni terremoto, ben poco ne ha anche per gli abitanti del pianeta. I terremoti sono la prova provata della vita della Terra, un po' come il battito cardiaco e/o la respirazione di un qualsiasi essere vivente. Il recentissimo sisma che ha sconvolto la Turchia (termine geopolitico che, in questo caso, è più appropriato sostituire con placca anatolica), ne è l'ennesima e certo non ultima prova.
Ma cosa è successo poche ore fa in Medio Oriente?
La tettonica del Mediterraneo orientale altro non è che la continuazione di quella iniziata nel Triassico. Dal Cretacico poi, periodo geologico che tutti conosciamo fin da bambini per i popolamenti incontrastati dei dinosauri e della loro estinzione di massa, è attiva una "sfida" tra la Placca Araba, quella Africana e quella Eurasiatica, un incontro-scontro micidiale tra pezzi di litosfera che si fronteggiano in collisioni e subduzioni, scorrono l'uno contro l'altro. Questo ultimo caso - quello dove scorrono - è quel luogo lungo il quale due pezzi del puzzle di macro e micro placche tettoniche corrisponde alla linea che geologi e geofisici chiamano "faglia trascorrente", ovvero una faglia dove i movimenti avvengono in senso orizzontale tra due placche. E, nel caso specifico, la "East Anatolian Fault", una delle due grandi faglie che delimitano l'Anatolia (e la Turchia). L'altra è la "North Anatolian Fault".
Il terremoto che ha scatenato una magnitudo di 7,9 e sconvolto il sud-est della Turchia e il nord della Siria, ha avuto origine dal rilascio istantaneo della tensione accumulata lungo la East Fault. Tutta l'energia? evidentemente no dato che poco dopo un altro "scatto" ha proseguito l'azione devastante, così come via via fanno le centinaia di "repliche". Repliche che secondo Guido Ventura (INGV) si riproporranno "per alcuni mesi".
Cos'è una faglia?
Una frattura all'interno della crosta terrestre lungo la quale avvengono movimenti relativi (verso l'alto, verso il basso, in orizzontale) tra due corpi geologici. Potremmo immaginarla come una frizione sulla quale giocano equilibri di forze e di attriti: quando la forza supera il limite di tenuta, l'attrito tra le parti cede in corrispondenza della faglia, c'è uno scatto (di varia energia), ma la forza non cede, costante continua la sua azione, la frizione ricomincia a caricare e contenere per attrito la spinta (ricarica energia), finché questa non supera di nuovo il proprio limite, l'attrito cede, il sistema scatta ancora. E la Terra trema. Così di nuovo, e di nuovo...
Nel caso del sisma anatolico le dinamiche in gioco sono molto complesse (e descritte da vari modelli). Ma in estrema sintesi la Placca Africana, spingendo verso nord relativamente alla Placca Euroasiatica, subduce sotto l'arco ellenico; dal canto suo la Placca Arabica si muove verso nord nord-ovest (velocità 18-25 mm all'anno, stimata negli ultimi 3M.a.) spingendo la Placca Anatolica verso ovest (verso l'Egeo). Un contesto geodinamico molto attivo che conduce... alle ore 02:17:36 (ora locale, +1 ora italiana) del giorno 6 u.s. Ad una profondità di 20 km un evento di magnitudo 7,9 (dati INGV) ha causato "nella zona di massimo movimento uno spostamento di almeno tre metri" (Carlo Doglioni INGV). Qualcuno accenna ad uno spostamento di dieci metri... i rilievi strumentali GPS e da satellite potranno al più presto fare chiarezza.
Cos'è la magnitudo?
La magnitudo, dal latino "grandezza" introdotta dal geofisico Charles Francis Ricther, esprime una stima dell'energia liberata da un terremoto. Diversamente dal luogo comune che porta ordinariamente ad approssimare - senza gravi conseguenze - quando si dice "quel masso sarà tre o quattro quintali", o "che non vado al cinema saranno almeno 8 o 10 anni", oppure "l'ultima volta che ho incontrato il mio amico Giovanni è stato 7-8 anni fa", quando si tratta di magnitudo le cose stanno in maniera molto diversa; sarebbe uno sproposito dire "quel tale terremoto aveva una magnitudo di 4 o 5 Ricther": sarebbe come dire che "avrò mangiato 1 o 32 chili di pane...".
Le cose si complicherebbero fino al tragicomico se fossimo ancora più "generici" e ci riferissimo a quel tale terremoto che "...aveva una magnitudo di 5 o 7 Ricther..."; restando nella quantità di pane mangiato sarebbe come dire "...ne avrò mangiato 1 chilo o 1 tonnellata..." (circa). Uno stomaco davvero a magnitudo (grandezza) davvero elastica!
Il paragone è ovviamente figurato per renderlo "visibile" dato che ho paragonato energia (J) a peso (kg), notoriamente due grandezze espresse da due diverse unità di misura (joule e chilogrammo), ma è il numero, la quantità che deve essere qui compresa.
Nel caso del sisma che ha sconvolto il sud est della Turchia e il nord della Siria poche ore fa, i TG parlano di un terremoto "mille volte quello superiore a quello dell'Italia centrale del 2016" e "trenta volte quello dell'Irpinia del 1980). Vero! Turchia 2023 (7,9) Amatrice 2016 (5,9) Irpinia 1980 (6,9).
Tutto questo perché? perché la magnitudo è calcolata in scala logaritmica nella quale l'aumento di ogni singolo grado corrisponde al crescere di un fattore 32 (più precisamente 31,6=(101,0)(3/2)) dell'energia liberata. Un logaritmo in base 10, un artificio matematico che Ricther adottò per comprimere la sua scala e renderla leggibile.
Per semplificare: in base al calcolo appena su accennato (fonte Wikipedia), un raddoppio dell'energia rilasciata è rappresentato da un aumento di magnitudo pari a 0,2. Chi ne ha tempo e voglia può divertirsi nel costruirsi un diagramma.
E per restare nel mondo dei numeri che ci raccontano e descrivono i fatti, paragonando come si fa l'energia liberata dai terremoti alla potenza equivalente di una esplosione di TNT (trinitrotoluene, che contrariamente a quello che si crede comunemente non è dinamite), si giunge a qualcosa di impressionante: l'energia (non l'intensità che è altra cosa) liberata dal terremoto anatolico (7,9) è paragonabile all'esplosione di 10,8 milioni di tonnellate di TNT, corrispondenti a 45.187.200 gigajoule. Una enormità - sia perdonato il riduttivo e l'accostamento - se confrontata alla infinitamente minore energia rilasciata da Little Boy e Fat Man che nel 1945 rasero al suolo Hiroshima e Nagasaki con "appena" 13-18 e 18-23 mila tonnellate di TNT. Mila, non milioni!
E se da un lato la vita della Terra va indipendente dalla nostra presenza/assenza - comunque va e comunque deve andare -, molto è invece da riflette sulle due città giapponesi e... che tutto non vada mai oltre quanto già fu troppo.
Vedendo le immagini che tutti i TG ci offrono in tempo reale, si ha l'impressione che un qualche bombardamento abbia raso al suolo migliaia di edifici in Turchia e Siria: un parallelo che tristemente e inevitabilmente ci riporta ad altre ucraine immagini molto simili. In sostanza quelle terrificanti visioni non differiscono molto, anzi somigliano fin quasi ad essere indistinguibili tra loro.
Una differenza per tutte: i "motori" che hanno causato morte e devastazione sono ben diversi: natura incontrollabile della vita del pianeta da una parte, incontrollata follia umana dall'altra.
Nicola Gherarducci