Qualche giorno fa, Il 12 febbraio scorso, è stato celebrato un po’ dovunque il Darwin Day.
Ma chi era questo Darwin?
Charles Robert Darwin (Shrewsbury, 12 febbraio 1809 / Londra, 19 aprile 1882), padre della Teoria dell'Evoluzione, pubblicata nel libro “L'origine delle specie” (1859), era un predestinato?
Da una famiglia “progressista”, figlio di un medico, venne iscritto alla scuola di Medicina, ma presto la abbandonò: non sopportava le dissezioni e le tecniche “rudimentali” di quell’epoca.
La famiglia tentò allora di indirizzarlo alla carriera ecclesiastica, presso un college di Cambridge, ma non faceva per lui, non sopportava quell’ambiente così chiuso.
Si indirizò invece verso le Scienze Naturali e proprio a Cambridge conobbe John Steven Henslow, botanico ed entomologo.
È in questo periodo che partecipò alle sue prime escursioni esplorative.
L’Ammiragliato Britannico stava organizzando una spedizione intorno al mondo e la condizione perfetta fu che il naturalista originariamente incaricato rinunciò al posto.
Fu Heslow a proporre Darwin come sostituto. Ma si trattava di un viaggio lunghissimo e non retribuito. Allla famiglia sembrò strano che che per un viaggio così importante non avessero trovato che lui… Darwin rifiutò l’ingaggio.
Lo zio, saputo dell’occasione rifiutata, lo convinse a tornare sui suoi passi, ma nel frattempo qualcun altro si era fatto avanti per il posto. Ora avrebbe dovuto conquistarsi l’ingaggio.
Per un colpo di fortuna, per le doti di entusiasmo e raffinatezza e nonostante idee politiche diverse, il Capitano della nave, Fitzroy, lo scelse a scapito dell’altro contendente.
Insomma, tutte le circostanze lo indirizzarono su questo fortunato percorso.
Darwin ignorava che il bigotto capitano si proponesse, con questo viaggio, di rinvenire prove scientifiche degli avvenimenti descritti nella Bibbia, soprattutto quelli della Genesi.
Al contrario, lui fece le sue indagini con mente libera e analisi rigorosa: la spedizione gli permise di studiare “dal vivo” la geologia dei vari luoghi visitati, tanti organismi viventi e/o fossili, nonché di raccogliere un gran numero di campioni al tempo ancora sconosciuti alla scienza.
Una straordinaria avventura con il Beagle, un brigantino di poco meno di 30 metri, corredata da molti spostamenti sulla terra ferma a partire dai punti di attracco della nave, certamente la parte più interessante ed importante del viaggio.
Un lungo viaggio di cinque anni intorno al mondo, dal 1831 al 1836, da Plymouth giù per l’Atlantico, verso il sud America, poi risalendo fino alle Galapagos (per lui una delle tappe più “impressionanti”), la traversata del Pacifico e dell’Oceano Indiano, per poi risalire di nuovo l’Atlantico fino all’Inghilterra.
Una giovane mente brillante per la raccolta di un’enorme mole di osservazioni e dati.
Pubblicherà tanti lavori ed è certamente sulla base di questo viaggio che comincerà l’elaborazione della Teoria che lo renderà una figura immortale.
Le nuove teorie fanno sempre fatica ad affermarsi. Erano anni acerbi, dove la rigidità e la religione ancora interferivano con il sapere scientifico.
Le teorie biologiche più recenti, facenti capo a Jean-Baptiste de Lamarck, affermavano che, il modo nel quale gli organismi si presentavano, fosse il risultato di un adattamento provocato dalla pressione delle condizioni ambientali, ovvero che fosse direttamente l’ambiente ad operare la variazione dei caratteri, e che i caratteri acquisiti potessero poi essere trasmessi alla prole.
La differenza sembra sottile, in realtà è abissale. Non c’è nessun rapporto con l’adattamento individuale: l’adattamento di un singolo organismo non diviene ereditario. Non c’è nessun processo indotto: l’ambiente non provoca lo sviluppo di un particolare organo o carattere, non c’è nessuna “intenzionalità” nell’evoluzione di una specie. “Semplicemente” l’evoluzione di una specie e/o la trasformazione in specie diversa è determinata dalle mutazioni casuali che si verificano durante la duplicazione dei materiali genetici. L’accumularsi nel tempo di una serie di queste mutazioni porta ad una maggiore o minore compatibilità con l’ambiente.
L’evoluzione è uno sterminio: comporta l’eliminazione di tutti gli individui di una specie che presentano mutazioni non compatibili con l’ambiente e che, quindi, non trasmetteranno mai le loro variazioni ad una prole.
La rivoluzionaria e dinamica teoria di Darwin si basa su tre punti fondamentali:
- Riproduzione: la riproduzione degli organismi viventi ad un ritmo che potrebbe rapidamente portarli a non essere più in equilibrio con il loro ambiente;
- Variazione: un'ampia variabilità di caratteri tra individui della stessa specie;
- Selezione: una continua lotta per la sopravvivenza, nella quale gli individui di una stessa specie (che grazie alla variazione dei caratteri sfruttano meglio le risorse dell'ambiente) sopravvivono e si riproducono preferenzialmente dando origine ad una generazione più resiliente.
Tramite Charles Lyell, un grande amico geologo (che però lo riteneva troppo radicale), Darwin ricevette notizia dei lavori di un altro naturalista, Alfred Russel Wallace, che formulava principi molto simili e lo mise un po’ in agitazione.
La storia della Scienza è caratterizzata da dispute per la paternità delle varie scoperte e i detrattori di Darwin giungono ad affermare che il vero padre della Teoria sia Wallace.
In realtà Darwin aveva cominciato una ventina di anni prima a definire le sue tesi e il ritardo nella pubblicazione era dovuto solo alla maniacale esigenza di accuratezza. Wallace era al corrente delle ricerche di Darwin e le usò per i sui studi, non fu mai una vera competizione, lui stesso riconobbe sempre il primato del collega. Il loro rapporto fu caratterizzato da reciproco rispetto e scambio per tutta la vita: la mancanza di screzi e rivalità rappresenta un evento del tutto inusuale. A Wallace si può riconoscere di essere stato lo stimolo determinante perché Darwin pubblicasse finalmente le sue ricerche, oltre all’aver comunque svolto una preziosa attività scientifica e al possesso di una grande onestà intellettuale.
Fino al 1858, anno in cui Darwin, come un novello Galileo, avrebbe presentato i suoi studi alla “rigida” Linnean Society di Londra, non smise mai di limare e perfezionare le sue conclusioni, comunque limitate dalle conoscenze di quel tempo. Ricevette aspre critiche, soprattutto in rapporto alle credenze religiose, ma le sue idee, pur con i progressivi “adeguamenti” per le nuove scoperte che si sono via via aggiunte fino ai giorni nostri, si affermarono inesorabilmente.
La “Teoria dell'Evoluzione delle Specie” resta uno dei pilastri della biologia moderna.
Roberto Barsaglini