“La Costa Concordia deve essere smantellata in Italia nel porto attrezzato per questo genere di operazioni più vicino all’isola del Giglio. Basta con la vergogna mondiale delle rottamazioni a ribasso delle navi. Non si possono più fare ragionamenti di risparmio economico su vicende come quelle della Concordia, occorre assicurare uno smantellamento all’insegna della sicurezza e della tutela dei lavoratori e dell’ambiente”.
E’ la riflessione di Sebastiano Venneri, responsabile mare di Legambiente, dopo l’incidente avvenuto in Turchia durante le operazioni di smantellamento della nave di Love Boat, che ha causato la morte di due operai nel cantiere navale di Aliaga, vicino alla città di Smirne. Un episodio che accende tristemente i riflettori sulla scandalo mondiale della rottamazione delle grandi navi al minor costo, senza alcuna tutela per gli operai e alcun contenimento dell’inquinamento, in particolare in India dove arriva la maggior parte delle navi del mondo a fine vita.
“Anche per la Concordia - prosegue Venneri - tra le varie opzioni ipotizzate per risparmiare, si è parlato di uno smaltimento in Turchia, ma il relitto, una volta rimesso in galleggiamento, non deve andare in giro per il Mediterraneo. Deve fare il minor numero di miglia possibile ed essere smaltito nel porto più vicino attrezzato a questo scopo”.
“L’Unione europea - conclude il responsabile mare di Legambiente – ha varato un provvedimento che obbliga gli armatori a individuare cantieri certificati per le operazioni di smaltimento delle navi. Noi chiediamo di più: chiediamo che ogni Paese attrezzi alcuni porti a questo scopo, in modo da non fare andare in giro le carrette in disuso e di non continuare a scaricare queste bombe tossiche sulla pelle dei più poveri del pianeta”.