L’intervento a gamba tesa di un’impresa privata come Toscana Aeroporti che impone a enti pubblici le tempistiche per un procedimento democratico in corso la dice lunga sul clima che si è creato intorno all’allungamento/ampliamento/spostamento dell’Aeroporto della Pila.
Si tratta di qualcosa di molto simile a un ricatto politico che si intravede anche nelle precedenti dichiarazioni del presidente della Regione Eugenio Giani. Il tutto facendo circolare cifre ballerine, promesse inverosimili e spandendo a piene mani uno sfacciato greenwashing che cerca di sminuire l’impatto di un progetto del quale si conosce solo una bozza preliminare.
E’ sintomatico il fatto che, dopo il comunicato di Legambiente Arcipelago Toscano del 14 marzo nel quale definivamo l’allungamento della pista aeroportuale un’«Opera insostenibile dal punto di vista economico, ambientale, idrogeologico e urbanistico», nessuno degli attori principali di una commedia messa forse in scena per eliminare la continuità territoriale aerea, e probabilmente aprire la strada dell’eliminazione anche di quella marittima, abbia reso pubblici i dati e le approfondite analisi in grado di contestare le nostre affermazioni.
La ragione, temiamo, sta nel fatto che i dati e le approfondite analisi semplicemente non esistono. Il documento che più si avvicina ad un previsionale è lo “Studio di prefattibilità” redatto nell’aprile 2020 per conto di Alatoscana.
Purtroppo lo studio stesso si autodefinisce come “indicativo” e, testualmente, “necessita di ulteriori e più approfondite valutazioni” (pag. 102). Del resto non contiene alcuna valutazione ambientale e/o economica al di là di un largamente spannometrico conteggio dei costi presunti. Anche volendo trascurare l’aspetto ambientale, idrogeologico, urbanistico e sociale al momento non risulta esistere né un Master Plan né uno straccio di analisi economica in grado di giustificare l’intervento ipotizzato e l’ingente spreco di denaro pubblico che ne conseguirebbe.
E’ su questo che – abbastanza incredibilmente – verranno chiamati a votare gli elettori di Campo nell’Elba. Questo vuol dire – e ci chiediamo se i sindaci elbani se ne siano resi conto - che se passerà quel “progetto”, di fatto si darà a Toscana Aeroporti carta bianca per fare ciò che vuole, o un progetto definitivo anche molto diverso dalla bozza oppure, una volta appurata l'inconsistenza di qualsiasi ipotesi di allungamento, il ritiro dalla compagine societaria.
Il recente ultimatum di Toscana Aeroporti sembra infatti nascondere malamente il desiderio di abbandonare in fretta Alatoscana al suo destino. Lo scenario è molto preoccupante. La Regione tace, L’Osservatorio per la continuità territoriale dell’Arcipelago Toscano non si riunisce dal marzo 2021. I Sindaci elbani non vedono, non sentono, non parlano.
La diatriba sull’allungamento è la tortuosa strada scelta dalla Giunta Regionale per portare alla chiusura del finanziamento della continuità territoriale?
Se così fosse, questa ipotesi va respinta con forza da tutte le componenti politiche e sociali dell’isola.
Le stesse Confindustria Livorno e AssocomElba hanno scritto che «Sarebbe stato ragionevole dare attenzione prima di tutto al rinnovo triennale della continuità territoriale, in quanto essa è il presupposto indispensabile per parlare di ulteriori sviluppi dell’aeroporto». Non possiamo che sottoscrivere quanto affermato dalle associazioni imprenditoriali.
La Regione proceda in fretta al rinnovo della continuità territoriale aerea e cominci a lavorare seriamente sul rinnovo di quella marittima, con navi moderne e non inquinanti, all’altezza di una destinazione turistica importante come l’Elba e l’Arcipelago Toscano che hanno bisogno di un sistema di trasporti intermodale che faciliti il raggiungimento dell’Elba ai turisti provenienti dagli aeroporti di Pisa, Firenze e Bologna, non di progetti nebulosi, sovradimensionati e insostenibili dal punto di vista economico e ambientale.