Legambiente Arcipelago Toscano prepara per fine aprile un vero e proprio tour de force che la vedrà organizzare una delle iniziative di “Cos’è, come funziona” giovedì 27 a Mola; l’Assemblea pubblica sulla Comunità energetica di BeCome a Marciana Marina sabato 29 insieme al Comune, AzzeroCO2 e Tokyo Club , infine, domenica 30 l’Assemblea dei soci del circolo isolano del Cigno verde per approvare il bilancio/rendiconto e per programmare le iniziative che porteranno Legambiente al congresso che dovrà cambiare la dirigenza del circolo.
Si comincia con l’ultima delle iniziative programmate (ma ce ne sono in cantiere altre) di “Cos’è come funziona” che questa volta si occuperà di chiarire che cosa è un’Area marina protetta. Un tema particolarmente scottante proprio mentre il Consiglio direttivo del Parco Nazionale sta modificando la zonazioni a mare del Parco e a 41 anni dalla prima previsione legislativa dell’Area marina protetta dell’Arcipelago Toscano, che è con tutta probabilità l’Area marina protetta del mondo (sicuramente d’Europa) che da più tempo non viene istituita nonostante sia prevista da due leggi italiane (e successiva modifiche) e dagli accordi internazionali sottoscritti dall’Italia e confermati anche dal governo Meloni, sia le convenzioni precedenti che l’impegno a proteggere il 30% del mare entro il 2030, contenuto sia in una direttiva europea che nella dichiarazione della 15esima Conferenza delle parti della Convention on Biological Diversity dell’Onu sottoscritta – e fortemente voluta – dall’Italia. Impegni rafforzati a marzo con l’adesione dell’Italia al Trattato Onu per la protezione degli oceani.
L’appuntamento è per giovedì 27 Aprile, dalle ore 17,30 alle 19,30, all’area VerdeBlu “Giovanna Neri” nella Zona umida di Mola (lato Capoliveri) e vedrà la partecipazione di Antonio Nicoletti, responsabile nazionale Aree Protette e biodiversità di Legambiente che risponderà alle domande di chi parteciperà.
E proprio Nicoletti ricorda che «L’Area marina protetta dell’Arcipelago Toscano è prevista dalla legge 979/82 ancora prima che nascesse il Parco nazionale che fino ad oggi ha solo un perimetro di tutela a mare nelle isole più piccole. Le aree protette devono saper affermare la “pratica del parco” nei loro territori puntando a diventare un player territoriale, sapendo interpretare le aspettative dei cittadini e dei diversi portatori di interessi. Devono saper gestire i conflitti, che inevitabilmente crescono con la crescita del loro ruolo, per non essere travolti dalla gestione burocratica che li caratterizza ed evitare il lento e inesorabile declino che li può interessare. Per rilanciare il sistema nazionale delle aree protette è necessario passare attraverso una “nuova primavera” e un accordo tra i diversi livelli istituzionali che fino ad oggi è mancato. Ripartire dalla leale collaborazione istituzionale per scrivere assieme gli obiettivi del decennio per conservare la biodiversità, e programmare un percorso per tutelare il 30% del territorio nazionale terrestre e marino e portare al 10% le aree a riserve integrale, partendo da quelle ancora da istituire, perché dovranno svolgere un ruolo fondamentale nella tutela e corretta gestione del nostro capitale naturale. Con il nuovo trattato Onu per la protezione degli oceani abbiamo uno strumento in più a disposizione per raggiungere l’obiettivo globale di proteggere la biodiversità e frenare i cambiamenti climatici. Serve, come sempre, una decisa azione di Governo per procedere nella direzione giusta. Ma questa la deve fornire la politica e poco possono fare i trattati».
“Cos’è come funziona un’area marina protetta” potrà essere seguito anche online sulla pagina Facebook dell’Aula VerdeBlu - https://www.facebook.com/AulaVerdeBlu
Attività valida per i PCTO – Percorsi per le Competenze Trasversali e l'Orientamento
Tutti sono invitati a partecipare
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