Oltre a battere ogni record di temperatura globale, all’Isola d’Elba questa caldissima estate del 2023 sta segnando anche il record delle nidificazioni di tartarughe marine Caretta caretta: dopo una serie di laboriosi sondaggi durati circa un’ora ed effettuati nella tarda serata del 10 luglio dalla dottoressa Cecilia Mancusi dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (ARPAT), è arrivata infatti la conferma ufficiale di una nuova nidificazione a Fetovaia, nel Comune di Campo nell’Elba.
Siamo quindi a tre deposizioni all’Isola d’Elba: la prima nella selvaggia e appartata Galenzana (sempre a campo nell’Elba), la seconda pochi giorni fa nell’affollata e nazional-popolare Lacona (Capoliveri) che conserva però un l’unico consistente sistema dunale dell’Arcipelago Toscano e ora mamma tartaruga ha scelto la spiaggia chic di Fetovaia, incastonata tra il promontorio omonimo e la granitica Costa del sole.
La scoperta delle tracce che poi hanno portato al nido è stata realizzata dalla “signora delle tartarughe” in persona, Isa Tonso, coordinatrice del gruppo di volontari organizzato da Legambiente Arcipelago Toscano che ogni giorno setaccia una decina di spiagge dell’Isola d’Elba alla ricerca di tracce e che accorre ad ogni segnalazione di turisti e residenti.
Nel suo quotidiano controllo delle spiagge di Cavoli, Seccheto e Fetovaia, Isa si è imbattuta a Seccheto nelle inequivocabili tracce di una risalita di una tartaruga sulla spiaggia di Seccheto, dove di recente è stato effettuato un ripascimento, ma ha dovuto constatare che la tartaruga aveva solo fatto un’uscita esplorativa e, non ritenendo forse la sabbia adatta, era ritornata in mare. Appena arrivata nella vicinissima spiaggia di Fetovaia Isa ha trovato altre tracce di tartaruga marina, ma anche stavolta la nidificazione non c’era stata. Proseguendo il suo giro mattutino, la signora delle tartarughe ha incontrato un titolare di un punto blu di noleggio di sdraio e ombrelloni e, mentre lo avvertiva di stare attento perché c’era stata una tartaruga che aveva tentato di nidificare e che sarebbe potuta ritornare, si è accorta che a pochi metri c’erano dei segni inconfondibili: la Caretta caretta aveva fatto un altro tentativo che questa volta sembrava riuscito, visto che, oltre alle tracce c’era, anche se non molto grande, il tipico “montarozzo” che segna il luogo della deposizione delle uova. Isa ha subito avvertito il 1530 delle Capitanerie di Porto e dopo poco sono arrivati i militari della Guardia Costiera di Marina di Campo. E’ stata immediatamente avvisata anche l’ARPAT che ha inviato la dottoressa Mancusi per accertare la nidificazione.
In questi anni all’Elba, grazie alle volontarie e ai volontari organizzati da Legambiente e Parco Nazionale Arcipelago Toscano è nata una efficace rete che fa parte di un progetto di monitoraggio autorizzato dal ministero dell’ambiente che fa capo all’università di Pisa e al quale partecipa un network composto, oltre a Legambiente, da associazioni ambientaliste, Istituto zooprofilattico sperimentale Lazio e Toscana e università di Firenze e Siena, ARPAT e Osservatorio Toscano per la Biodiversità.
Inoltre la rete di volontari e volontarie elbane/I è entrata a far parte del grande progetto europeo Life Turtlenest il cui obiettivo principale è quello di «Migliorare la conservazione e la protezione della tartaruga marina comune Caretta Caretta, del Mediterraneo, attraverso attività di monitoraggio e di messa in sicurezza dei siti. Il progetto intende anche valutare l’impatto dei cambiamenti climatici sulla nidificazione della specie. A causa del riscaldamento globale, nel Mediterraneo occidentale, il numero di nidi di tartaruga marina Caretta Caretta sta crescendo in maniera significativa».
Proprio pensando a questo, Isa Tonso lancia un appello: «Cerchiamo volontari non solo per continuare il pattugliamento mattutino delle spiagge alla ricerca di tracce, ma anche per fare i turni per sorvegliare i nidi di Galenzana, Lacona e Fetovaia al momento delle schiuse che inizieranno ad agosto e finiranno probabilmente a settembre. Chi ha fatto questa esperienza sa che vedere le tartarughine uscire dalla sabbia per raggiungere il mare è qualcosa che non si scorda mai, un’emozione imperdibile. Chi fosse interessato/a a dare una mano alle tartarughine perché possano raggiungere il mare in sicurezza e a partecipare a un’esperienza ambientale e scientifica, può contattarci a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – 3407113722».
Umberto Mazzantini, responsabile mare di Legambiente Toscana, conclude: «La scoperta del terzo nido a Fetovaia, dove Legambiente in passato ha collaborato con il consorzio Costa del Sole per la salvaguardia degli ultimi gigli di mare e dove ci sono alberghi pluripremiati da Legambiente Turismo per le loro iniziative ambientali ed energetiche, è un’ottima notizia che premia il grande lavoro svolto quotidianamente dalle nostre volontarie e volontari, Che a trovare tracce e nido sia stata Isa, la signora delle tartarughe e il pilastro portante di questa miracolosa attività di volontariato che dura da anni, è la giusta ricompensa per il suo generoso e disinteressato impegno, fatto di alzatacce, complicati incastri per fare calendari settimanali dei volontari, corse per mettere in sicurezza i nidi, costante collegamento col Parco Nazionale e rapporti con le istituzioni e le associazioni con le quali collabora Legambiente. Per questo, per ringraziare Isa di tutto quel che fa, abbiamo deciso di chiamare Marlisa la mamma tartaruga di Fetovaia».