L’arembapampane in vernacolo elbano è il vento violento che alla fine della bella stagione stacca le foglie delle viti, appunto i pampini, ammucchiandole sul terreno, [arrembare o arembare starebbe quindi per ammucchiare]. E’ una parola che ho sentito tante volte da mio nonno per indicare il forte maestrale o la tramonta nata autunnale che sferza il paesaggio elbano, un tempo molto più coperto dai terrazzamenti vignati, staccando e raccogliendo le foglie dai filari coltivati.
Oggi, per indicare un fenomeno di malcostume, tutt’altro che naturale rispetto a quello appena citato, ma ormai purtroppo inveterato, potremmo coniare un neologismo che invece di pescare dal solito e abusato inglese mutuerebbe così una parola, o forse due, dalla terminologia elbana, facendo nascere l’”arembacicche”, per indicare le violente piogge di fine agosto o settembre. Queste precipitazioni, dopo il lungo e siccitoso periodo estivo, raccolgono le migliaia di mozziconi gettati a suo tempo quasi sempre ancora accesi a margine della strada, dove, quando non hanno innescato, d’emblée, un incendio, sono finiti poi per languire rimanendo nei fossetti a lato della carreggiata. L’onda di piena del violento acquazzone li concentra, ammucchiati a centinaia nei pressi di qualche pozzetto, trattenuti da frammenti di vegetazione altrettanto “arrembati” dalla forza dell’acqua, almeno fino alla pioggia successiva.
Non dimentichiamoci che probabilmente un maggior numero ancora di mozziconi, composti di acetato di cellulosa e galleggianti, facilmente trasportabili dall’acqua, finiscono nei nominati pozzetti, a loro volta confluendo nei fossi e da questi al mare … qui, essendo costituiti fondamentalmente da materia sintetica molto resistente pure imbevuta di sostanze tossiche, rimangono quasi per l’eternità, liberando i loro veleni e andando ad arricchire il campionario delle microplastiche che infestano i nostri mari uccidendo pesci, tartarughe e uccelli marini che erroneamente le ingoiano scambiandole per cibo.
La presenza dei residui di sigaretta si evince facilmente percorrendo a piedi o in bicicletta le strade provinciali o comunali mentre la cosa passa ovviamente inosservata agli automobilisti.
La nota associazione ambientalista Marevivo, che ha lanciato ormai dal 2020 la campagna di sensibilizzazione contro l’abbandono di mozziconi di sigaretta e piccoli rifiuti nell’ambiente denominata “Piccoli Gesti, Grandi Crimini”, sulle sue pagine web (https://marevivo.it/attivita/inquinamento/piccoli-gesti-grandi-crimini/) ci fa sapere che dei 6 trilioni di sigarette che vengono fumate ogni anno sul pianeta, circa 4,5 trilioni mozziconi vengono disseminati nell’ambiente e circa 5 milioni sono abbandonati sulle spiagge.
Non resta che sperare che il neologismo così coniato abbia breve vita e che chi fuma, oltre alla possibilità di smettere di farlo, riesca ad imparare a non gettare i mozziconi in terra o sulla spiaggia ma a smaltirli correttamente, una volta spenti, tra i rifiuti indifferenziati. Ci farà piacere invece continuare ad ascoltare il più musicale termine vernacolare arembapampane che invece evoca atmosfere carducciane e di cantine profumate di mosto.
(Antonello Marchese)