L’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (ISPRA) ha pubblicato i nuovi dati sulle specie aliene invasive del rapporto IPBES (Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services) (https://www.isprambiente.gov.it/it/news/specie-aliene-invasive-i-nuovi-dati-del-rapporto-ipbes).
La ricerca scientifica mi ha sempre appassionato particolarmente nel campo medico, dove ho trascorso la mia attività professionale. Il buon Dio mi ha concesso di arrivare alla terza età e la passione sopra accennata oggi continua con la lettura di letteratura scientifica di argomenti medici che sono stati oggetto di ricerca da parte mia quando ero giovane.
Poichè amo la natura è stato inevitabile allargare l’attenzione verso l’ambiente nel quale “specie aliena” è chiamata quella specie animale o vegetale trasportata dall'uomo in modo volontario o accidentale al di fuori dell’area d'origine.
Messa così la faccenda si complica per la specie Homo perchè ne esce male e acquisisce il distintivo di “serial killer ecologico”.
Linneo trattando degli organismi viventi è il primo ad aver formulato il concetto di specie e diviso la natura in regni e specie. (VEDI FOTO)
Darwin ha scritto che le specie si sono diffuse e scomparse con il meccanismo della evoluzione, risultato del caso (mutazione genetica) e della necessità (adattamento all’ambiente) e con il meccanismo della selezione naturale (eliminazione degli individui più deboli che per le loro caratteristiche sono meno adatti a sopravvivere in determinate condizioni ambientali).
La teoria di Darwin spiega lo sviluppo di specie animali e vegetali sin dai tempi più antichi e/o la loro scomparsa sin dai tempi più antichi, con i meccanismi sopra accennati.
L’ecologia più recentemente ha definito il concetto di ecosistema e la paleoantropologia ha delineato ecosistemi scomparsi.
La specie Homo da quando è comparsa sul pianeta è in contatto con gli equilibri degli ecosistemi.
Questa specie ha anche rischiato di scomparire ed è diventata quello che è con i meccanismi sopra accennati: evoluzione e selezione naturale.
Dopo di che, detto ciò, faccio molta fatica a capire perché una specie animale o vegetale è ritenuta aliena, ancora di più se questo carattere di alieno è assunto solo quando c’è intervento della specie umana: l’essere umano è diventato elemento perturbante dell’ecosistema in cui vive.
Anzi, non lo capisco.
Quando in letteratura scientifica leggo che è stato scoperto un nuovo organismo vivente in un luogo dove prima non era mai stato riscontrato mi domando e da dove proviene e se debba essere ritenuto alieno o alloctono in questo luogo in cui è stato ritrovato, se debba essere ritenuto invasivo cioè nocivo all’equilibrio dell’ecosistema in cui si trova, indipendentemente che sia o no arrivato per mano umana, volontariamente o involontariamente.
Quando vengo a sapere che alcune specie aliene animali e vegetali ritenute aliene in un dato ecosistema in quanto in questo sarebbero pervenute per mano umana, e che per ricadute economiche e problemi sanitari che causano, debbono essere contenute con l’eradicazione cioè con la uccisione, la eliminazione totale, non sono d’accordo essendo molti altri i metodi di contenimento prima di eradicare.
Ringrazio il dr Leonardo Forbicioni per avermi dato incipit a scrivere le considerazioni di cui sopra dopo aver letto quanto ha scritto al sottoscritto dalle pagine di questo giornale vedi https://www.elbareport.it/scienza-ambiente/item/63049-leonardo-forbicioni-specie-aliene-e-specie-neonative,-il-caso-dell-ereste-griseus
Marcello Camici