C’era molta attesa per l’”apertura” il 7 ottobre dei due nidi tardivi e “problematici” che le tartarughe marine Caretta Caretta hanno depositati a luglio, a pochi giorni di distanza, nella spiaggia portuale del Capitanino a Marciana Marina e della Foce a Marina di Campo. Molta attesa ma poche speranze, visto che troppi giorni erano passati senza che nessuna tartarughina uscisse dalla sabbia e alla fine le biologhe e i biologhi di Arpat e Università di Pisa e Firenze e istituto zooprofilattico della Toscana e del Lazio hanno estratto dalla sabbia le uova di due notevoli deposizioni: 101 uova a Marciana Marina e ben 127 a Marina di Campo.
Una grossa delusione per le volontarie e i volontari di Legambiente Arcipelago Toscano che hanno sorvegliato giorno e notte i nidi fino a che si è capito che ritardi e temperature della sabbia troppo basse facevano presagire in un fallimento.
Quelle che si sono trovati di fronte i biologi, o volontari del Cigno Verde e la piccola folla di turisti e cittadini che ha seguito come sempre con curiosa partecipazione l’apertura dei nidi sono state però due situazioni del tutto diverse.
Dal nido di Marciana Marina sono state estratte quasi tutte uova integre - con due con una forma anomala: doppia tipo un piccolo cocomero oblungo e a pera con picciolo – piccole palline da pingpong bianche e perfette ma purtroppo senza nessuna tartarughina nata. Il nido, grazie anche alle cure dei volontari, non è stato invaso dall’acqua come si temeva e l’insuccesso di questa nidificazione tribolata e pericolosa di una tartaruga che è stata fortemente disturbata e molestata andrà analizzato scientificamente.
L’apertura del nido di Marciana Marina è stata anche l’occasione per avviare l’addestramento di Tito, il cane che aiuterà, con il suo fiuto eccezionale, ad identificare i siti esatti dove nidificheranno le tartarughe marine all’Isola d’Elba nel 2024.
Il nido della Foce a Marina di Campo presentava una situazione del tutto diversa: molte uova marcite e depositate in una sabbia umidissima, molto scura e maleodorante, con acqua del fosso e di mare a poca decine di centimetri di profondità, il che probabilmente ha vanificato fin da subito il possibile successo di una schiusa che sarebbe stata eccezionale, visto il grande numero di uova. Anche qui sono state trovate due uova “doppie”.
Le aperture dei due nidi sono comunque l’occasione per due splendide lezioni di ecologia sul campo e i biologi hanno evidenziato che questi nidi “strani e problematici” sono forse più importanti di nidificazioni arrivate a buon fine per capire cosa stanno affrontando queste mamme tartarughe marine in un mare, in un clima e su spiagge che stanno cambiando così rapidamente, e su come le Caretta caretta si stanno adattando per sopravvivere nell’Antropocene.
Tutti dati preziosi per il progetto europeo LIFE Tartlenest coordinato da Legambiente nazionale e al quale partecipa anche ARPAT come partner; a livello regionale i dati confluiscono nel progetto NatNet di Regione Toscana a cui partecipano attivamente le tre università di Pisa, Siena e Firenze insieme a Istituto Zooprofilattico e ARPAT.
Isa Tonso, responsabile del progetto tartarughe di Legambiente e Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, conclude: «Ringraziamo tutte le nostre volontarie e tutti i nostri volontari e tutti coloro che hanno collaborato con noi a mettere in sicurezza questi nidi che purtroppo non hanno avuto successo. Ma l’estate 2023 si chiude con un bilancio eccezionale: almeno 278 piccole tartarughe nate (ma nessuno sa quante ce n’erano nel misterioso e non trovato nido di Ortano) e 530 uova depositate nei 6 nidi conosciuti e una mole di dati scientifici che ci permetteranno di capire meglio cosa stanno facendo questi magnifici e antichi animali in quella che è diventata davvero l’Isola delle Tartarughe. Abbiamo fatto davvero un grande lavoro di difesa della biodiversità e di divulgazione scientifica, sostenuti dall’affetto e dall’interesse di migliaia di elbani e turisti».
Ora resta solo da sapere cosa è successo alla nidificazione realizzata da un’altra tartaruga marina nella spiaggia dell’Innamorata a Capoliveri, un nido che verrà aperto nei prossimi giorni.
Lergambiente Arcipelago Toscano