Laudato si’, mi Signore,
per frate focu,
per lo quale
ennallumini la notte,
et ello è bello et
jocundo et robustoso
et forte.
Sarà vicino il Natale, ma ricordo che così si esprimeva san Franceco in merito al quarto elemento naturale che sin dai primordi dell’umanità ha riscaldato l’uomo e gli ha permesso di trasformare molte sostanze utili per vivere.
Con l’avvento, poi, della rivoluzione industriale il fuoco ha permesso di muovere le macchine sottostando alle leggi della termodinamica. I combustibili fossili hanno enormemente sviluppato l’uso del fuoco, ma hanno,però, caricato l’atmosfera di CO2 determinando un aumento della sua temperatura media a causa dell’effetto serra.
L’attuale COP 28 che si svolge a Dubai in questi giorni ha ricordato la COP 21 di Parigi (2015) nella quale si era deciso di mantenere a 1,5 ⁰C l’innalzamento della temperatura media atmosferica a fine secolo rispetto ai livelli preindustriali. Dato l’enorme interesse del mondo economico- industriale nella faccenda dubito che si arrivi a realizzare tale proposito. Il presidente della conferenza Al Jaber (emiratino) lo ha detto chiaramente affermando che l’eliminazione delle fonti fossili riporterebbe l’umanità all’età della pietra (sic!). Non cedendo ad accattivanti integralismi ecologici, io penso che qualche cosa si possa fare per arginare catastrofiche previsioni.
Perché non sfruttare ciò che viene prodotto dal cambiamento climatico ormai in atto e che difficilmente potrà regredire in chissà quanti anni?
C’è più vento? Si sfrutti con impianti eolici. La temperatura dei mari si innalza( mar Mediterraneo vicino alla Corsica +4,5⁰C)? Si utilizzi l’enorme serbatoio di calore accumulato con adeguate pompe di calore. Nel mare il moto ondoso è maggiore? Si sfrutti con adeguati impianti che sono già a livello di prototipi esistenti.
Ma la grande sfida è quella di creare nelle persone una cultura del risparmio energetico in tutte le attività che quotidianamente si esercitano. Adeguati prospetti, facili da usare, potrebbero rendere evidente la personale “carbon footprint” annuale, in modo da ridurla gradualmente con opportuni accorgimenti anche non estremi.
A livello di produzione di grandi energie, notevoli stanziamenti finanziari dovrebbero essere devoluti alla realizzazione della fusione nucleare che risolverebbe i problemi dell’umanità. Nella storia della tecnica si è visto che nulla è impossibile seguendo le leggi della fisica!
Uno studio serio , anche sulla costruzione di medio- piccole centrali nucleari a fissione della quarta generazione, non andrebbe scartato anche se i problemi delle scorie non possono essere completamente risolti, ma si deve scegliere il male minore , tali centrali non producono effetto serra!
Per l’Elba , penso, andrebbe incrementato l’uso della legna con opportune stufe ad alto rendimento (0,85-0,90).
Facendo una stima molto approssimativa un albero può produrre 25-30 kg di legna all’anno ad impatto 0 (cioè la legna che brucio produce la CO2 che l’albero assorbe in un anno).Una casa mediamente isolata abbisogna di tale quantitativo di legna al giorno.
Giorni di riscaldamento ipotizzati :120 l’anno. In un ettaro di bosco ci sono circa 200 alberi.
Nell’Isola ci sono 14038 ettari a bosco. Qualche cosa si può fare. Lascio a voi i calcoli!
Intanto un augurio di buon Natale , magari vicino ad un caminetto dove il foco è jocundo e robustoso e forte!
Giampaolo Zecchini