Venerdì 8 marzo ARPAT, con Antonio Melley e Cecilia Mancusi, ha preso parte al Convegno “Dall’isola delle tartarughe all’Elba amica delle tartarughe”, parlando dell’importanza dell’Agenzia nel monitoraggio della biodiversità marina.
La biodiversità è, in realtà, solo un pezzo del più complesso obiettivo di monitoraggio e tutela dell’ecosistema marino affidato all’Agenzia, che ha una struttura dedicata, il Settore Mare, un battello oceanografico ed un gruppo di operatori subacquei e specializzati nei diversi rami della biologia ed ecologia marina.
ARPAT, infatti, effettua sia il monitoraggio delle acque marino costiere (qualità delle acque, plancton, biocenosi di fondo, sedimenti, ecc. entro i primi 1000m dalla riva) sia tutto quanto previsto dalla Direttiva sulla strategia marina fino al limite delle 12 miglia nautiche con un numero maggiore di matrici e parametri, tra cui, ad esempio, microplastiche e rifiuti spiaggiati, specie non indigene, contaminanti emergenti e biodiversità marina. A questi due programmi di monitoraggio si affianca il controllo delle acque di balneazione che impegna l’Agenzia da aprile a settembre per verificare l’idoneità sanitaria delle acque vicino alla riva.
ARPAT, poi, oltre ad intervenire a fianco della Capitaneria di Porto per emergenze in mare, fornisce supporto alle amministrazioni per valutazioni e autorizzazioni di progetti ed opere localizzate in mare, come, ad esempio, realizzazione di moli e scogliere, ripascimenti e dragaggi; rigassificatori.
Infine, una particolare attività di ARPAT, unica tra le Agenzie di SNPA, è la ricerca applicata alle risorse ittiche per fornire supporto alla Regione, al Ministero dell’Agricoltura ed alla Commissione europea.
Potendo utilizzare in modo integrato tutte queste informazioni e conoscenze, è in grado di fornire un supporto tecnico fondamentale alla Regione anche sulla biodiversità marina, tanto che questa attività è inserita nei compiti istituzionali obbligatori. In questo contesto, ad esempio, ARPAT coordina la Rete di segnalazione e recupero dei grandi vertebrati marini nell’ambito dell’Osservatorio Toscano per la Biodiversità ed è spesso il primo contatto con la Capitaneria di Porto in caso di ritrovamento di esemplari per attivare la filiera dei soggetti coinvolti. L’Agenzia si occupa di approfondire soprattutto aspetti legati alla dieta delle diverse specie di cetacei, squali e tartarughe attraverso l’analisi dei contenuti stomacali degli animali spiaggiati morti; effettua anche la valutazione dei rifiuti antropici ingeriti.
Anche in caso di spiaggiamenti o catture accidentali di animali vivi, ARPAT coordina le attività, attivando, ad esempio, i Centri di recupero che devono ospitare tempestivamente le tartarughe ritrovate.
E a proposito di tartarughe, sabato 9 Marzo, Cecilia Mancusi è intervenuta presso il Centro di Educazione Ambientale Dune di Lacona al corso di formazione, rivolto a volontari, amministratori comunali, gestori di concessioni balneari, operatori turistici, guide ambientale e anche curiosi, su come riconoscerne le tracce, tutelarne e sorvegliarne i nidi e la schiusa.