Il successo dell’iniziativa di partenariato tra i comuni rivieraschi e il Santuario dei cetacei Pelagos, cui hanno aderito ormai tutti i Comuni dell’Isola d’Elba e molti Comuni della fascia costiera della Toscana, manifesta la diffusa esigenza delle comunità locali di partecipare, in modo attivo e propositivo, a uno sforzo corale a tutela del nostro mare. E’ tempo di riempire di significati questa esigenza, di passare finalmente all’azione.
L’occasione dell’ennesimo cetaceo, un cucciolo di balenottera comune (Balaenoptera physalus) appena nato spiaggiatosi a Marciana Marina, l’ingresso di due balenottere nel porto di Portoferraio e le segnalazioni di diversi di questi cetacei in migrazione impongono una riflessione cui non ci possiamo sottrarre. Non sappiamo ancora i dettagli delle cause della morte del cucciolo: quali esse siano, ci parlano di un mare stressato. E siamo noi uomini, non solo in Toscana naturalmente, la causa. I virus, le malattie, sono il fattore ultimo che colpisce animali che vivono in un ecosistema sotto pressione.
Sulla presenza di una nave della Nato che realizzava esperimenti in mare, nella stessa area e negli stessi tempi in cui si compiva il destino del balenottero giunto morto a Marciana Marina, si è detto e scritto molto. Chi eseguiva quegli esperimenti ne ha affermato l’innocuità, ma purtroppo la presenza di attività di questo tipo in passato ha già coinciso con spiaggiamenti di cetacei.
Le nostre conoscenze sull’interazione tra l’emissione deliberata di suoni in mare e creature estremamente sensibili ai suoni, quali i cetacei, sono insufficienti. Che poi i cittadini riferiscano di effetti sul comportamento di altri organismi marini quando si svolgono questi esperimenti è questione che sarebbe bene approfondire piuttosto che archiviare nel registro delle “leggende metropolitane”: la sparizione di calamari e pesci in occasione di questi test è allo stato un fenomeno da dimostrare, ma lo spiaggiamento di cefalopodi in occasione di test sonori (di ben altro tipo rispetto a quello condotto di recente presso la costa settentrionale elbana) è purtroppo un fatto accertato.
Riteniamo che sia quindi saggio esercitare prudenza e che, conformemente alla normativa ambientale vigente, si applichi il Principio di Precauzione. Da un lato ci sono attività scientifiche che nessuno vuole crocifiggere ma che ovviamente impongono qualche interrogativo. Dall’altra c’è l’ecosistema di un Santuario internazionale di mammiferi marini che deve essere tutelato. Noi riteniamo che il Santuario Pelagos non sia un’area adatta a ospitare esperimenti che prevedono l’immissione deliberata di suoni in mare. Anche se non abbiamo certezza d’impatti, abbiamo coincidenze inquietanti che in un Santuario non possiamo ignorare, soprattutto nei periodi di migrazione primaverile ed autunnale delle grandi balene!
Ci appelliamo alle Istituzioni locali della Toscana, ai Comuni e in particolare a quelli che partecipano al partenariato dei “Comuni amici del Santuario”, alle Provincie e soprattutto al Presidente ed all’Assessore all’Ambiente della Regione Toscana ed agli osservatori toscani dei cetacei perché si avvii immediatamente una riflessione seria sull’esigenza di tutelare il Santuario da rischi purtroppo non ancora definiti. E’ urgente che tale riflessione sia portata all’attenzione del Ministero dell’Ambiente, con una valutazione approfondita in seno al Comitato di Pilotaggio del Santuario dei Cetacei.
Siamo pronti a partecipare a questa riflessione nell’interesse del Santuario, dei cetacei che lo popolano e delle comunità costiere che non possono continuare a tollerare il danno d’immagine dovuto al tristissimo spettacolo della morte di questi giganti del mare. E siamo pronti anche a proseguire questo percorso, per difendere il Santuario dalle altre minacce.
Alessandro Giannì - Direttore delle Campagne Greenpeace Italia
Umberto Mazzantini - Responsabile Isole Minori Legambiente e Resp. Mare Legambiente Toscana