Il TartaAperitivo del 13 ottobre che ha chiuso la stagione di nidificazione delle tartarughe marine Caretta caretta è stata l’occasione per fare il punto sull’eccezionale evento verificatosi a Pianosa quest’estate con ben sei nidi e un tentativo fallito.
Infatti, Isa Tonso, responsabile del progetto tartarughe marine di Legambiente e Parco Nazionale Arcipelago Toscano, ha presentato i dati degli ultimi due nidi aperti nei giorni scorsi dai quali sono emerse due nidificazioni record ma con uno scarsissimo successo riproduttivo: nel primo 132 uova, un pipped (una tartarughina morta ancora che non è riuscita ad uscire del tutto dall’uovo) e 1 tartarughina uscita dall’uovo ma trovata morta nel nido. Nel secondo nido le cose sono andate leggermente meglio: 135 uova depositate – record per l’Arcipelago Toscano - delle quali 133 integre ma non schiuse e 2 tartarughine che sono riuscite a raggiungere il limpidissimo mare protetto di Pianosa.
In tutto, nei 6 nidi di Pianosa le tartarughe marine hanno depositato 866 uova e sono nate 209 piccoli, con alcuni nidi con un successo riproduttivo altissimo, altri molto basso e altri nullo e con la sorpresa di nidi tardivi – che di solito sono quelli con meno uova – che si sono invece rivelati record per deposizione di uova anche se con un numero bassissimo di nati.
La Tonso ha sottolineato che «Le nidificazioni di Pianosa ci dicono che gran parte delle convinzioni che avevamo sulle nidificazioni delle tartarughe marine vanno riviste, soprattutto per queste tartarughe che stanno colonizzando con i loro nidi il Mediterraneo nord occidentale e si avventurano in spiagge sconosciute. Quello che abbiamo verificato con i sensori di temperatura è qualcosa che i pianosini dicono da sempre: la sabbia di Pianosa è “fresca”, spetterà ai ricercatori capirne il motivo, Ma quel che è certo è che i dati raccolti a Pianosa sono un tesoro scientifico per le università di Pisa, Siena e Firenze, ARPAT e Istituto Zooprofilattico con i quali collaboriamo e per il grande progetto internazionale LIFE TurtleNest del quale Legambiente è capofila».
E a proposito di TurtleNest, Lisa Ardita, responsabile scientifica del progetto tartarughe dell’Arcipelago Toscano, ha raccontato la sua magnifica esperienza a Cabo Verde, il Paese africano nell’Oceano Atlantico, su una spiaggia di 5 chilometri dove in una stagione riproduttiva i nidi di tartarughe marine – appartenenti soprattutto alle Caretta caretta ma anche di tartaruga verde, embricata e liuto – superano i diecimila.
La partecipazione di Lisa a questo campo internazionale di studio e lavoro gestito da Project Biodiversity/ Projeto Biodiversidade è anche il riconoscimento del grande lavoro svolto dal circolo di Legambiente Arcipelago Toscano dal 2017 ad oggi e la biologa marina e guida parco sub acqua elbana ha anche appreso tecniche di riconoscimento delle tracce e d i individuazione dei nidi che saranno molto utili alle volontarie e ai volontari che ritorneranno sulle spiagge dell’Arcipelago Toscano a cercare nidi e a proteggere le mamme tartarughe e i loro piccoli.
Resta solo da capire cosa è successo nell’unica nidificazione dell’Elba nel 2024, a Vetrangoli, dove il periodo di possibile schiusa non si è ancora concluso.
Intanto Legambiente e Parco Nazionale ringraziano, oltre ai ricercatori delle istituzioni scientifiche che partecipano al progetto TurtleNest, tutti coloro che hanno collaborato a questa magnifica avventura destinata probabilmente a diventare un’innovativa ricerca scientifica: Comune di Campo nell’Elba, Carabinieri forestali del Parco Nazionale, Associazione per la difesa dell’Isola di Pianosa, i detenuti/tartawatcher di Pianosa e la direzione della Casa di reclusione di Porto Azzurro, armatore, comandante ed equipaggio di Aquavision, la Protezione Civile e tutti quelli che ci hanno aiutato in questa avventura che ha permesso di osservare 6 nidificazioni in un ambiente dove l’interferenza umana e luminosa notturna è stata ridotta al minimo grazie all’ordinanza del Parco Nazionale e alla collaborazione con il Comune di Campo nell’Elba.