Dopo il comunicato di Legambiente Arcipelago Toscano, Andrés Lasso, coordinatore verde urbano di Legambiente Toscana, ha scritto al sindaco di Portoferraio, Tiziano Nocentini, per esprimere tutta la preoccupazione anche del Cigno Verde Toscano per la decisione della giunta comunale portoferraiese di abbattere indiscriminatamente 25 pini dello storico filare di San Giovanni.
Ecco cosa scrive Lasso:
Egregio sindaco Nocentini,
le scriviamo per comunicare la nostra preoccupazione rispetto all'abbattimento di 25 pini che apprendiamo si terranno a breve nel vostro Comune, lungo la strada Portoferraio-Porto azzurro. La notizia di tali abbattimenti si è diffusa anche al di fuori dell'Isola d'Elba visto che molti toscani sono familiarizzati con quel filare di alberi, frequentando l'isola come meta turistica durante l'estate e apprezzandone il rilievo paesaggistico e l'ombreggiamento del manto stradale con conseguente riduzione del noto "effetto isola di calore", effetto generato da asfalto e cemento in particolare.
Alcuni anni fa tale filare era stato studiato dai dottori forestali Mucini e Cortini, su tale studio Legambiente aveva a lungo chiesto e infine ottenuto un accesso agli atti. I due tecnici non avevano individuato difetti evidenti delle piante e avevano auspicato la conduzione di prove strumentali (prove di trazione), che non risultano essere mai state realizzate.
Dalla determina che abbiamo letto non sembrerebbe neanche esserci stata, alla base della scelta degli abbattimenti, una semplice VTA con assegnazione di classe di rischio al cedimento per ogni singola pianta. La VTA è un esame a nostro avviso insufficiente a dare una indicazione definitiva su una pianta come il pino domestico, ma la determina non ne fa comunque menzione, limitandosi a parlare di generiche "verifiche in loco". La stessa determina valuta l'inclinazione del fusto quale sintomo di pericolosità, pur essendoci letteratura scientifica a dimostrare che, in particolare per specie quali il pino, l'inclinazione del fusto non è necessariamente segno di pianta pericolosa così come non è necessariamente un segno di pianta sicura l'avere un fusto perfettamente ortogonale al suolo.
Facciamo anche presente di come esistano tecniche di sistemazione del manto stradale che salvaguardano le piante esistenti, questo tipo di tecniche è ad esempio stato utilizzato proprio in un viale fiancheggiato da pini, nella città di Trieste, caso riportato anche dalla stampa nazionale.
(https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/05/10/come-salvare-i-pini-di-una-citta-da-trieste-un-decalogo-per-buoni-amministratori/7155658/)
Ci auguriamo che la giunta da lei presieduta possa ripensare le proprie scelte, ciò comporterebbe anche un risparmio per le casse comunali, oltre che la tutela di un patrimonio verde che ha anche un valore economico, non solo ecologico, come dimostra la abbondante letteratura scientifica sui servizi ecosistemici svolti dagli alberi.
Noi di Legambiente Toscana restiamo disponibili per qualunque richiesta di chiarimento, di approfondimento, di segnalazione di figure professionali in grado di condurre analisi e interventi di messa in sicurezza di piante.
Crediamo che un approccio più attento alle alberature e ai tanti benefici che comportano, non sia più rimandabile.
Andrés Lasso
Coordinatore Verde Urbano
Legambiente Toscana