Sono quasi le 14 di martedì 18 marzo quando arriva un messaggio di Giorgio Paesani che mi segnala la presenza di due Ibis eremita sui bastioni medicei di Portoferraio. Sono nel centro della città, dentro le mura cittadine e munito della macchina fotografica bridge che mi accompagna tradizionalmente – non si sa mai e bisogna essere sempre pronti per scattare immagini interessanti – mi sposto rapidamente verso la Calata Depositi e Banchina d'Alto Fondale (il lungomare nei pressi di Via Vittorio Emanuele II) , come la chiamiamo noi isolani. Da quella posizione mi basta alzare lo sguardo verso le mura per riconoscere i due singolari ospiti sull'angolo di sud ovest del bastione della Cornacchia, quasi in corrispondenza della base di quella che era un'antica garitta di vedetta. Gli animali sono tranquilli al sole, in una delle poche giornate serene di questo fine inverno, e potremmo dire dell'intera stagione. Sembra che facciano toilette, sistemandosi e toccandosi il piumaggio con le zampe e con il lungo becco. Non avevo mai ritratto questa specie singolare e rara, caratterizzata dal particolare becco e dal piumaggio della testa parzialmente nuda con ciuffi che mi ricordano la capigliatura dei punk o dei moicani. Solo un altra volta, all'Elba ma a Mola, nel maggio del 2022 avevo ritratto un altro ibis, ma in quel caso si trattava di un mignattaio, sempre col lungo becco ma dai piumaggi e “pettinature più tradizionali”.
Continuo a scattare con lo zoom al massimo per alcuni minuti, sono comunque lontano e discreto, ma non voglio infastidire gli animali più di tanto e dopo aver documentato la loro presenza li lascio tranquilli allontanandomi in bici: i due ospiti sono ora in corrispondenza proprio della base della garitta. Arrivato ormai in prossimità del Molo Massimo, guardando verso l'angolo dei bastioni lontani non li vedo più ma alzando gli occhi al cielo scorgo le loro sagome ormai in aria che fanno un paio di volteggi sul porto e poi si dirigono verso sud ovest. Solo dopo, osservando le foto al computer mi rendo conto degli anelli sulle loro zampe col numero che permetterà l'identificazione degli Ibis.
Antonello Marchese
Fotografo di Natura e Guida Ambientale. Promotore dell’azione Elba Foto Natura, nell’ambito dei progetti della Carta Europea per il Turismo Sostenibile
Mugello e Hellfried, due Ibis eremita in visita all’Elba (nonostante Napoleone)
L’Ibis eremita (Geronticus eremita) è un grosso ibis dalla colorazione praticamente nera, ma cangiante di mille colori nel piumaggio adulto, dal becco lungo e fortemente ricurvo, il capo “calvo” e una assurda “gualdrappa” di piume allungate ondeggianti al vento. Come molti ibis è caratteristico di zone erbose e pianeggianti, a volte aride altre volte paludose, dove cerca le sue piccole prede sondando il terreno col lungo becco.
I due esemplari, grazie alla lettura dell’anello di riconoscimento evidenziato dalle foto di Antonello Marchese e alla verifica dei tracciati dei GPS che indossavano, hanno un nome, una sigla e una storia ben conosciuti. Si “chiamano” Mugello e Hellfried (nome di origine tedesca, che suona più o meno come “agevolatore di Pace”, piuttosto attuale..) , sono due maschi nati entrambi nel 2020 nella colonia artificiale di Kuchl, in Austria, nell’ambito dell’ambizioso progetto” Walldrapp”.
Il progetto, nato nel 2014, si propone di ricreare una popolazione selvatica e autonoma di Ibis eremita allevando un primo pool di giovani ai quali “insegnare”, anche con l’utilizzo di deltaplani a motore, a migrare dall’Austria alla Toscana, con destinazione finale la Laguna di Orbetello, e ritorno. Questi primi “pionieri” hanno fatto poi da “maestri” e guida alle generazioni successive. Il progetto avrà successo quando si sarà stabilita una popolazione autonoma in grado di autosostenersi andando così a porre rimedio all’estinzione a livello europeo di questa bella e strana specie, avvenuta nel diciassettesimo secolo a causa dell’eccessiva persecuzione da parte dell’uomo.
Il progetto è stato “prorogato” nel 2019 in ragione delle molte difficoltà incontrate e, soprattutto, dell’alto numero di abbattimenti illegali avvenuti in Italia, specialmente in Toscana, in provincia di Livorno. Nei casi di abbattimento nei quali si è arrivati all’identificazione dell’autore si trattava di cacciatori in possesso di regolare licenza, porto d’armi e in “ordinaria” attività di caccia. Questo nonostante il lodevole sforzo delle associazioni venatorie per educare i loro iscritti al rispetto delle leggi vigenti.
A oltre dieci anni dall’inizio del progetto Waldrapp, l’Ibis eremita ha di fatto costituito una popolazione selvatica parzialmente autonoma che migra dall’Austria all’Italia (e ritorno) con notevoli e numerose “varianti”. Ad esempio alcune coppie hanno cominciato a riprodursi in Italia, tre in Toscana e..vedremo quest’anno come andrà.
Leggendo i tracciati GPS, si vede come Mugello e Hellfried, dopo aver passato l’inverno nella Laguna di Orbetello, verso metà marzo hanno mostrato segni di inquietudine, poi si sono decisi a partire verso nord (non prima di aver visitato l’Isola del Giglio). Hanno così raggiunto un terzo soggetto, un po’ più anziano, che sostava nei campi di Populonia. La mattina del 18 i due hanno deciso di andare a visitare l’Isola d’Elba passando per Cavo e fermandosi poi a Portoferraio, sulle fortezze. Dove li ho contattati.
La cosa curiosa è stata l’assoluta indifferenza degli altri abitanti alati della fortezza: le taccole e gabbiani reali. Soprattutto questi ultimi, di solito poco gentili verso gli intrusi, si limitavano a guardare i due neri ospiti sventolare le lunghe piume del collo mentre esploravano ogni pertugio dei muraglioni.
Dopo una mattinata passata ad assaggiare le specialità locali (lucertole, gechi e invertebrati vari) alle 14,15 sono ripartiti, passando dall’Enfola per poi dirigersi verso Populonia unendosi di nuovo al terzo ibis.
Oggi, mentre sto scrivendo, Hellfield e Mugello sono Versilia, aspettando migliori condizioni meteo con altri del loro gruppo; la migrazione di ritorno è senza dubbio cominciata.
Per la cronaca, il terzo Ibis eremita, che non ha voluto seguire Mugello e Hellfried nella breve capatina elbana si chiama Bonaparte... Lo biasimereste?
Giorgio Paesani
Ornitologo