Giorgio Paesani è socio del Centro Ornitologo Toscano ed ha dedicato la vita a scoprire anche i "segreti" di tante specie di volatili che scorrazzano nel cielo elbano, dell'Arcipelago e di molti altri luoghi. Nel 2023 ha pubblicato, con l'editrice Pandion, un libro dove raccoglie i suoi incontri con i rapaci avvenuti all'Elba e altrove. Un diario naturalista davvero pregevole intitolato “Quando lo incontrai: diario di un cercatore di rapaci”, in cui i volatili dell’ordine dei Falconiformi non vengono solo descritti, ma pure rappresentati grazie ai disegni di Alessandro Sacchetti. Il nostro autore ha anche dimostrato la sua capacità artistica riproducendo a pagina 28 del testo, un Falco cuculo (Falco vespertinus), incontrato all'Aia di Calcio, area collinare del paese di Rio Elba.
“Ho questo interesse - dice Paesani - fin dall'adolescenza per cui ho fatto molte ricerche e monitoraggi ambientali per osservare gli uccelli. Una vera passione che poi mi ha portato a focalizzare l’attenzione su particolari gruppi di specie come i rapaci diurni, in particolare quelli delle isole dell'Arcipelago Toscano”.
Paesani è autore di articoli, sia scientifici che divulgativi su riviste specializzate e altre pubblicazioni ed è quindi anche un apprezzato comunicatore. Ma vediamo qualche cenno sui volatili che ha descritto nella sua pubblicazione partendo dal Gheppio (Falco tinnunculus) con una esperienza iniziata a Mola, presso Porto Azzurro.
“Una signora -narra- mi chiamò perché aveva trovato un giovane esemplare caduto dal nido, presente in una cavità della sua casa e lì vicino c'erano resti di prede non facili per un gheppio, come rondini e balestrucci. I genitori del piccolo erano davvero bravi. Portai il Gheppio a casa mia e vidi che aveva problemi di rachitismo, era in condizioni molto gravi. Lo nutrii e gli creai una particolare imbracatura di garza per consentirgli di esercitarsi al volo e fare esercizio in attesa di portarlo ad un Centro Recupero. Fu un’esperienza che mi coinvolse e mi insegnò molto!”.
Poi l'incontro col Nibbio Bruno, (Milvus migrans), avvenuto sul monte Le Penne a Capraia, pieno di dirupi e strapiombi, un posto ottimo per osservare i rapaci. Il Nibbio, che da lontano sembra nero ma in realtà è marrone uniforme con la coda leggermente forcuta, ha un volo leggero che controlla benissimo, sembra quasi divertito nel gestire la forza del vento. Nel racconto è descritto mentre sorvola a lungo le vette di Capraia.
E ancora l'incontro con lo Sparviero (Accipiter nisus) al Mulino di Nisportino mentre l’autore era appostato dietro un lentisco, pronto a fare qualche scatto fotografico. Improvvisamente il rapace si posò su un rametto, a 50 cm dal suo naso! Coda lunga, le parti superiori marrone/grigiastre e gli occhi arancioni infuocati. Il ricercatore trattenne il respiro e provò a fotografare, ma non appena mosse le braccia di poco lo Sparviero sparì.
Infine, l'incontrò l'Aquila reale, lontano dall’Isola, nel Vallone del Roc, nel Parco Nazionale del Gran Paradiso. In un pomeriggio estivo; nel cielo notò qualcosa. Subito non capiva cosa fosse; troppe zampe e poche ali! Poi mise a fuoco un movimento disperato ma potente: era un'Aquila reale che attraversava il vallone e tra le sue possenti zampe teneva un cucciolo di camoscio, ancora vivo, che si agitava.
Insomma, una vita arricchita dall'amore verso la Natura, che dà emozioni e dalla ricerca costante di queste osservazioni arrivate talvolta casualmente, oppure durante una passeggiata e a volte a coronamento di lunghe ricerche e appostamenti. Il tutto per tentare di incontrare queste meraviglie volanti, padroni del cielo, immortalate anche con scatti fotografici dall'amico Gabriele Grilli.