ElbaTech, la piccola azienda marcianese che tenacemente tiene duro dal lontano 1999 e, nonostante la crisi attuale e le indubbie difficoltà, continua a sviluppare tecnologia e a venderla un po’ in tutto il mondo, ha avuto la possibilità di presentare la propria attività in un consesso di altissimo livello scientifico che ha riunito a Bologna i più quotati ricercatori nell’ambito della microscopia a risoluzione atomica. Su invito del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) ElbaTech ha partecipato al congresso “StSPM’13” con uno stand per la dimostrazione pratica dei suoi più recenti prodotti nel campo della microscopia e della sensoristica e con un intervento orale nell’ambito del convegno.
I partecipanti provenivano dai principali centri di ricerca della penisola e in alcuni casi dall’estero, riuniti nel comune denominatore di un’attività nel campo della microscopia ad alta risoluzione. Si tratta di una tecnologia che permette di osservare la superficie di un campione ad un livello di risoluzione di gran lunga superiore a quello dei classici microscopi ottici. Questa tecnologia, in fisica, è considerata “giovane” in quanto il primo microscopio di questa generazione fu creato solo nel 1982, quindi molto recentemente se comparato ai precedenti tipi di microscopi. La scoperta apparve subito così innovativa e importante che valse il premio Nobel ai suoi ideatori, i fisici Binnig e Rorher dell’IBM di Zurigo.
Pur giovane, moltissimi sono stati negli ultimi vent’anni gli sviluppi nell’ambito di questo tipo di tecnologia. Le moderne applicazioni di questi strumenti vanno dallo studio dei materiali alla biochimica, dallo studio delle cellule tumorali a quello dei batteri, dall’analisi delle proteine alla manipolazione delle stesse con metodi di frontiera, dall’indagine morfologica di nuovi materiali alla nanotecnologia.
Il sistema si basa non su lenti ottiche, che appunto non permettono di “aumentare gli ingrandimenti” oltre un certo limite, bensì su piccolissime sonde simili alle vecchie puntine dei giradischi, che andando avanti e indietro sulla superficie da osservare ne rilevano la corrugazione con una precisione incredibile. Una caratteristica particolare e importante del metodo è che può essere applicato su qualsiasi tipo di materiale senza doverlo preventivamente trattare, come invece avviene ad esempio per i microscopi elettronici. Quindi può essere osservato anche materiale biologico, aprendo la strada a nuovi, moderni e promettenti metodi diagnostici per varie malattie fra cui appunto i tumori.
Nel campo della microscopia a scansione di sonda l’azienda di Marciana opera da molti anni producendo sia la strumentazione di misura che alcuni dispositivi di supporto. Recentemente ha sviluppato in collaborazione con il CNR di Genova un sistema automatico per la caratterizzazione delle sonde di misura, prodotto che tra gli altri ha presentato al meeting di Bologna.
Ma oltre a fare, ElbaTech da sempre ha percepito l’importanza del dare. Nel suo piccolo e secondo le proprie modeste possibilità, cerca da sempre di aiutare gli studenti elbani. Ad esempio ospita ogni anno stage aziendali a cui partecipano i nostri ragazzi, cercando di inculcare in essi la passione per la scienza e per la fisica in particolare. Alcune eccellenze hanno proseguito all’università con grande successo: il miglior premio per l’impegno profuso.
ElbaTech non è la sola realtà non legata unicamente al turismo, anzi è sorprendente il numero di aziende che all’Elba operano in settori tecnologici, dai “semplici” computer fino appunto alle tecnologie per la scienza. Un tessuto, sicuramente minoritario come volume di affari rispetto a quello turistico, ma forse altrettanto virtuoso per quanto riguarda l’immagine dell’Elba nel mondo.