Si è tenuta ieri, venerdi 20 dicembre, all'Enfola, presso la Sede del Parco, una conferenza sui progetti realizzati e quelli in via di realizzazione da parte del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano. Tra questi si è speso maggior tempo e parole per il progetto di restauro del Castello del Volterraio. Il rudere, lasciato in stato di abbandono ormai da troppo tempo, deve essere recuperato e messo in sicurezza.
Il progetto in questione è stato realizzato dall'Architetto Gallo che, prima di presentare i dettagli del suo lavoro, ha fatto una puntuale e necessaria prefazione, un escursus storico a partire dalla contapposizione ideologica che già dall'Ottocento pesa sulla ristrutturazione dei ruderi e che parte della cultura romantica, un momento di notevole importanza per l’architettura perché affrontò per la prima volta il problema del restauro.
Viollet-Le-Duc sosteneva che "Restaurare un edificio non è affatto mantenerlo, ripararlo o rifarlo, è il ristabilirlo in uno stato completo che può non essere mai esistito in nessun momento". La sua posizione fu quella definita del restauro «di ripristino». In pratica egli, con i suoi interventi, cercava di riportare l’edificio a quella condizione iniziale che ne caratterizzava la nascita. Facendo ciò, cancellava tutti gli interventi posteriori e i loro segni, cercando di riportare l’edificio ad una ideale omogeneità stilistica.
John Ruskin sosteneva, al contrario, la necessità di un restauro più attento alla storia che non all’estetica. In questa ottica Ruskin, afferma che il monumento deve rimanere così com'è, non deve subire nessun intervento a posteriori, non deve essere toccato, deve essere lasciato morire serenamente pur cercando di allontanare il giorno fatale con una continua manutenzione. Il monumento quando è in rovina smette di avere un'immagine finita ed acquista una dimensione infinita che si confonde con la natura. Il restauro inteso come conservazione è una menzogna poichè sostituendo le antiche pietre si distrugge il monumento e si ottiene solo un modello del vecchio edificio.
Ancora oggi esistono due scuole di pensiero in materia di restauro, la Scuola Romana che si appoggia sul concetto di "Ricostrire dov'era e com'era", dall'altra la Scuola Milanese che sostiene la necessità di conservare il rudere e anche il degrado che costituisce la storia della struttura.
L'Architetto Gallo, infatti spiega, come professionista e appassionato dei ruderi, che in questo tipo di lavoro ci si imbatte spesso in forti critiche e, per evitare di fare errori, sottolinea come sia necessario stabilire dei criteri sui quali sviluppare l'intero progetto di ristrutturazione.
Per l'Architetto è fondamentale stabilire dei criteri di base sui quali operare. Nel caso specifico del Castello del Volterraio abbiamo l'obbligo di intervenire per evitare ulteriori crolli ed operare ad una riappropriazione funzionale, ovvero ristrutturare il rudere in modo da restituire all'edificio quella che era la sua funzione originaria. Nel caso del Castello del Volterraio, la funzione originaria era quella dell'avvistamento, legata quindi alla straoridnaria posizione panoramica.
In virtù di questo, si provvederà alla ricostruzione del "Camminamento di Ronda" che circonda l'edificio, il più possibile simile all'originale, Si partirà con il ripristino del primo lotto, degli archi e della passerella in legno che portava alla torre principale, anch'essa da ricostruire così come reperito nei molti documenti storici riguardanti il Castello.
Il progetto è in partenza, si attende gennaio per attivare la gara d'appalto per la scelta dei costruttori. I lavori per il secondo lotto termineranno, salvo problemi in corso d'opera, entro il 2015.
Contemporaneamente partirà anche un progetto di risistemazione del sentiero per cercare di renderlo maggiormente agibile almeno nel tratto iniziale, un lavoro che rientra, però, nel piano ordinario di manutanzione del territirio del Parco.
Il progetto è pronto, i finanziamenti sono stanziati, si stima una spesa di circa 500 mila euro, di cui 380 mila per la riqualificazione della struttura e i restanti necessari per coprire le spese di progettazione e supervisione.