Sono proseguite anche per tutto il 2013 le attività di monitoraggio ambientale condotte da Arpat a seguito della perdita di bidoni tossici da parte della nave cargo “Venezia” in prossimità dell’isola di Gorgona, avvenuta due anni fa. Le indagini interessano tre filoni di attività: il monitoraggio ordinario marino-costiero presso 19 punti della costa toscana; il prelievo di pesci, molluschi e crostacei nella zona di ritrovamento dei fusti, trasferiti alla Asl e da questa all’Istituto zooprofilattico sperimentale Lazio e Toscana (Izslt) per le relative analisi di laboratorio; il monitoraggio dei sedimenti nella zona di ritrovamento dei fusti.
Per quanto riguarda il monitoraggio marino-costiero sono disponibili i risultati delle analisi effettuate da Arpat durante il 2012, ed anche i risultati dei campionamenti fino ad ottobre 2013, presso le stazioni della rete di monitoraggio regionale delle acque marino costiere della Toscana che si trovano in vicinanza della costa a circa 500-1000 metri dalla riva. «Le concentrazioni rilevate sono in linea con le concentrazioni attese e coerenti con quanto rilevato da Arpat nel corso degli ultimi anni» hanno dichiarato dall’Agenzia.
I metalli tenuti sotto osservazione dopo l’affondamento dei bidoni contenenti catalizzatori industriali esausti sono: nichel, molibdeno, vanadio, cobalto e antimonio. Per ciò che attiene il monitoraggio del pescato gli operatori Arpat nel 2012 e nel 2013 si sono recati a bordo di pescherecci delle marinerie di Livorno e Viareggio che hanno effettuato la pesca a strascico nella zona di ritrovamento dei bidoni tossici, e quindi hanno campionato pesci, molluschi e crostacei, successivamente consegnati al personale della Asl 6 di Livorno per essere trasferiti all’Izslt per le relative analisi di laboratorio.
Per quanto riguarda la frequenza dei campionamenti, nel corso del 2012 i tecnici Arpat si sono recati otto volte a bordo di pescherecci che hanno effettuato la pesca a strascico nella zona di ritrovamento dei bidoni tossici ed in una zona di bianco. Nel 2013 sono state effettuate tre uscite a bordo dei pescherecci in data 8 febbraio, 27 settembre e 5 dicembre. «Riguardo all’anno in corso sono disponibili i risultati riepilogativi delle analisi effettuate da Izslt sul pescato campionato da Arpat relativamente al campionamento del 8 febbraio 2013, dalle quali non risultano particolari anomalie», hanno informato dall’Agenzia.
Infine per quanto riguarda il monitoraggio dei sedimenti, la Capitaneria di Porto ha prescritto all’armatore dell’Eurocargo Venezia di far effettuare per gli anni 2013-2015 un campionamento all’anno dei sedimenti nei pressi del luogo di ritrovamento dei bidoni e in due aree di bianco. Per l’anno 2013 il campionamento dei sedimenti è stato eseguito lo scorso 5 dicembre in concomitanza con la terza campagna di pesca svolta nell’anno e le analisi sono in corso. Nello specifico il prelievo del sedimento marino è stato effettuato ad una profondità di circa 450 m a circa 10 miglia in direzione sud-ovest dal luogo dell’incidente e ad una profondità di circa 420 m nel punto di ritrovamento dei fusti. I campioni di sedimento marino sono stati suddivisi in più aliquote destinate ad essere analizzate da Arpat, Ispra e da Castalia.
Quindi in base ai risultati disponibili non si registrano particolari anomalie, ma ricordiamo che restano ancora da recuperare dalle acque dell’Arcipelago Toscano 71 dei 198 fusti contenenti sostanze tossiche e pericolose.