La spiaggia bianca con l'acqua cristallina. Un posto da favola che in questo periodo sembra isolato dal mondo. Nelle ore che abbiamo trascorso qui, non abbiamo incontrato un'altra persona all'infuori di un uomo che passava nella lontananza sul mare calmo in canoa. Ci troviamo nelle spiaggette vicino a Capo Bianco a Portoferraio. Sono collegate diverse spiagge di nomi diversi lungo la costa e con un po' di destrezza, arrampicandosi sulle pareti delle scogliere, si può passare dall'una all'altra. Il bianco puro è interrotto dai tanti colori della plastica e rifiuti che il mare ha distribuito su queste spiagge meravigliose. Anche se eravamo venuti per fare delle foto, non abbiamo potuto resistere a ripulirle. Con il tempo a disposizione siamo riusciti a pulire quella chiamata "Sottobomba", levando tre grandi sacchi neri di rifiuti consistenti per la maggior parte di oggetti e frammenti di plastica. Bidoni di olio per motore, bottiglie, polistirolo (così difficile da raccogliere), scarpe, medicinali, prodotti per la pulizia; molti prodotti igienici come involucri di tamponi, cottonfioc e migliaia di frammenti di plastica di oggetti che il mare ha sbriciolato durante il loro viaggio.
In un angolo della spiaggia, dove si trova lo scarico di un tombino per l'acqua piovana della strada che è situata molto più in alto, ho trovato un strato alto di plastica e vetro coperto da vegetazione. Sicuramente è stato causato dalle "pulizie" che hanno fatto le persone che frequentavano questa spiaggia negli anni passati. Hanno scelto quel posto, meno visibile come discarica, anche se in mezzo passa continuamente un piccolo flusso di acqua. Con il tempo a disposizione, con dispiacere, non sono riuscito a levare questo cumulo di rifiuti invecchiati. Ma in questi giorni ci ritorneremo con maggior forza.
Questo vale anche per le foto che abbiamo fatto sulle altre spiaggette. É difficile dire che la giornata è finita e che dobbiamo lasciare lì tutti quelli rifiuti. Forse rimarranno lì finché non torniamo o il mare le riporterà via per depositarli qualche altra parte nel Mediterraneo? Quanti verranno ingoiati da pesci e mammiferi marini? Quanti animali rimarranno impigliati nei pezzi di rete o nelle strisce di plastica?
Quello che è iniziato come qualcosa da fare in apnea durante le giornate estive è diventato un'attività continua nel tempo libero. Ho iniziato a studiare l'enormità del problema nel Mediterraneo e negli oceani di tutto il mondo. Un problema sia a livello biologico che a livello economico.
Stiamo per presentare un progetto per la pulizia continua della costa e dei fondali marini delle isole dell'Arcipelago Toscano insieme a Legambiente. Non potete immaginare quanti rifiuti quattro persone che lavorono a tempo pieno potrebbero levare dalle nostre coste.
E’ necessario trovare i fondi per il progetto che all'inizio durerà tre anni toglierà dai 200.000 a 300.000 Kg di rifiuti dalle coste delle nostre isole e renderà molto più semplice l'opera di pulizia nelle anni a venire visto che sarà tolto tutto quello che è stato depositato nel passato.
Non è solo per la bellezza che la pulizia produce e per il valore economico di questa bellezza. Ma ogni anno milioni di uccelli, pesci e mammiferi marini muoiono per impigliamento, soffocamento e fame dopo aver ingerito della plastica. Poi ci sono le sostanze che vengono rilasciate durante la degradazione dei vari materiali in mare. Per esempio, additivi chimici come il bisfenolo-A, che si trova in un larga gamma di plastiche, può influire su il sistema ormonale e riproduttivo di molluschi, pesci, crostaci e insetti.
Altre minacce, meno studiati, includono l'utilizzo dei rifiuti galleggianti da parte delle specie invasive e l'impatto delle micro-plastiche (dimensione <1mm.) sull'ecosistema marino. ioMare tornerà su queste tematiche nei prossimi interventi.
Credo fermamente nell'idea che il Parco dovrebbe avere la funzione di filtro attivo nel Mediterraneo. Se ci saranno persone che seguono la nostra filosofia e se possiamo ingrandire la nostra attività su altri territori si potrà veramente cambiare la situazione dei rifiuti nel Nostro Mare.
David Moneypenny - IoMare Onlus