Forse anche perché appena usciti dal bel convegno al Parco di San Rossore con l’assessore Bramerini dove si è parlato seriamente e senza peli sulla lingua non solo del parco regionale sicuramente più famoso e pregiato della Toscana ma anche degli altri la lettura dei due paginoni di Repubblica fiorentina a firma di Mario Neri dedicati appunto ai parchi toscani lascia di stucco. Tanto più che Repubblica è tra i pochi quotidiani che a questi temi ha sempre dedicato molta attenzione e saggezza.
Salto l’interrogativo che emerge sempre vecchio come il cucco se è giusto che i parchi come altre politiche ambientali gravino sullo stato e le altre istituzioni.
Domanda che si pose già anche la Prestigiacomo concludendo -d’accordo con Calderoli- che i parchi erano mero ‘poltronismo’ che era meglio abrogarli o privatizzarli. Ma sono interrogativi che in nessun paese del mondo oggi si pone più nessuno essendo naturale che le nostre bellezze e beni comuni come stabilisce la Costituzione e alcune delle nostre più importanti leggi –compresa quella sui parchi- sono compito primario delle nostre istituzioni statali, regionali e locali. Il Neri appartiene evidentemente alla scuola della Prestigiacomo e di Calderoli.
Titolo di apertura ‘Tre gioielli naturali costano 20 milioni rendono briciole’.
Colpisce in particolare dato anche il momento il riferimento al parco delle Apuane ‘il cui ultimo consuntivo di bilancio 2013 1,7 milioni di entrate, appena 100 mila derivanti da autofinanziamento’. Che il parco delle Apuane sia stato istituito non per far cassa ma soprattutto e innanzitutto per salvare le Apuane da una escavazione disastrosa, sregolata e infinita che cancellerebbe il gioiello evidentemente non risulta al Neri a cui probabilmente non risulta nemmeno che la tutela delle Dolomiti va fatta non se ‘rende’ ma perché è Patrimonio dell’Umanità. Idem la bischerata che scrive sui parchi dove starebbero ‘tutti alla scrivania e pochi sul campo così l’80% delle risorse se ne va in scartoffie’. Alla scrivania non ci stanno solo i ragionieri ma anche i direttori, i biologi, gli architetti, gli addetti alla informazione e comunicazione. Ma Neri qualche pianta organica dei nostri parchi non solo toscani e regionali l’ha mai vista?
Pensa davvero che i parchi siano diventati quello che sono diventati pur con tutti i problemi che hanno perché si sono occupati solo di scartoffie?
Dopo questa sequela di cose a ruota libera il Neri conclude sicuro che la nuova legge regionale sui parchi in discussione ‘rivoluzionerà’ tutto. Sono i parchi attuali che hanno rivoluzionato le politiche ambientali di tutela che non si quotano in borsa ma evitando che i nostri gioielli facciano la fine di Pompei. La nuova legge regionale deve aiutare i parchi e non solo con le indispensabili risorse finanziarie a fare e gestire al meglio i loro piani e progetti che per fortuna non sono quelli auspicati da Neri.
Renzo Moschini