Dopo tante false partenze con le nuove proposte presentate dall’assessora Bramerini per la nuova legge regionale sui parchi possiamo dire che si è imboccato finalmente il binario giusto. Quanto finora si è temuto e denunciato per la mancata operatività di un effettivo “sistema” di aree protette in Toscana, sembra trovare infatti risposta positiva nell’iniziativa della Giunta Regionale con la proposta di legge “Norme per i Parchi, la tutela e la valorizzazione delle aree protette e per la conservazione delle biodiversità” in corso di elaborazione secondo quanto risulta in una relazione di sintesi presentata al seminario del 15 aprile, a Firenze.
La presentazione del lavoro in atto, disponibile con la relazione, “introduce il concetto” di un “sistema unico e coordinato di patrimonio naturalistico ambientale regionale”, da sviluppare attraverso ben 124 articoli in 6 titoli e con un glossario in allegato: la materia complessiva è dunque affrontata, dai parchi agli alberi monumentali, in termini non solo definitori, di indirizzo e coordinamento ma anche di governance, snellimento di procedure, monitoraggio, partecipazione, programmazione, sostegno finanziario e valorizzazione economica e sociale.
Resta ora da vedere naturalmente come e quando la proposta di legge in questione perverrà dalla Giunta al Consiglio Regionale e, a quel momento, come si potrà rapportare ad altri atti altrettanto fondativi, oggi ancora in esame in quella sede ed oggetto di discussione anche all’esterno: atti riguardanti oltre che la nuova legge sul governo del territorio, il piano di indirizzo territoriale quale piano paesaggistico ed il piano ambientale ed energetico regionale; anche il riassetto istituzionale riguardante le Province che si delinea nel quadro nazionale costituirà problema non secondario destinato a verifiche ed adeguamenti, nel riferimento regionale, per l’effettiva attivazione del sistema specifico riguardante il patrimonio naturalistico ed ambientale ai vari livelli territoriali.
Al proposito, ad esempio, si ricordano questioni ancora da precisare e risolvere in termini di relazioni sempre di sistema, oltre la semplice enunciazione, quali la “conformazione” della pianificazione dei parchi al PIT, solo per quanto attiene alla disciplina paesaggistica; la definizione delle aree contigue e di quelle di collegamento ecologico; il declassamento delle ANPIL dal regime speciale della legge quadro a quello ordinario con il conseguente necessario riscontro nella previsione e disciplina del PIT.
A differenza di altre partenze questa volta sembra si sia sulla buona strada sebbene la prospettiva di lavoro si presenti ancora aperta a verifiche ed approfondimenti nell’impegno per un “sistema” effettivamente “unico e coordinato” del patrimonio naturalistico ambientale in Toscana.
E’ importante ad esempio l’impegno rivolto anche con strumenti appositi come l’Osservatorio sulla biodiversità e sul mare mettere in relazione e in sintonia i parchi e le aree protette regionali e locali con i parchi nazionali tanto più che due dei tre sono interregionali.
Come lo è quello di mettere a frutto le esperienze e conoscenze della nostra regione sul santuario dei cetacei.
Insomma la Toscana può tornare a svolgere anche un ruolo nazionale tanto più importante in una fase tanto delicata per i nostri parchi.
Antonello Nuzzo
Renzo Moschini – Gruppo San Rossore