PORTOFERRAIO. Un contribuo alla vicenda che si trascina da molti anni, relativa a Cala dei Frati. Mi inserisco nel nuovo dibattito sulle spiagge vietate e la piccola baia portoferraiese ormai pare non abbia più alcuna possibilità di tornare ad essere raggiunta dalla strada, come accadeva negli anni 30. Fornisco i dettagli che seguono, perché mi è capitato di trattare la questione a livello giornalistico e quindi qualche riga per dire che se non esistono più le mappe comunali che dimostrano l'esistenza del sentiero che portava alla spiaggetta, nessuno potrà mai annullare la memoria storica. Probabilmente le testimonianze della gente dovrebbero contare quanto una mappa. Ci dicono infatti di esperienze accadute realmente, non sono invenzioni. Riporto due testimonianze, ma ovviamente ce ne saranno molte altre tra le persone anziane. I due personaggi di cui parlo ormai non sono più con noi, però hanno lasciato la loro traccia in due interviste fatte qualche anno fa, riportate su Il Tirreno.
Si tratta di Donatello Ercolani e di Vito Marinari, quest'ultimo scomparso di recente. Marinari mi disse che addirittura di stradelli che portavano alla Cala dei Frati ne esistevano due. E ricordò anche l'origine del nome che era stato dato alla piccola spiaggetta, che oggi si raggiunge solo via mare.
Ecco quanto mi disse “ Si andava a fare il bagno alla Cala dei Frati con gli altri ragazzi, preferendola alle Ghiaie, c’erano due sentieri che dalla strada portavano giù. Mi pare davvero strano che non esistano tracce sulle mappe comunali, certamente verranno fuori. Quelle stradelle erano storiche, antiche. Credo anche di sapere l’origine del nome di quella caletta. Nel dopoguerra, ma anche prima, frati di un convento di Orbetello venivano a Portoferraio, in estate, e alloggiavano in una casa vicino alla chiesa di San Rocco. Facevano la questua del vino andando in giro con recipienti che portavano sulle spalle e avevano l’abitudine di andare al mare nella caletta vicino alle Ghiaie, ne deduco che il nome abbia origine da tale particolare frequentazione dei religiosi». Donatello Ercolani, amico e grande presidente della sezione soci della Coop Toscana Lazio, mi aveva confermato tale ricordo, addirittura nel 1999, dicendomi di un dettaglio che fa sorridere. “Prima degli anni 50 si scendeva a mare alla Cala dei Frati con una piccola scalinata fatta dagli abitanti di San Rocco. Poi la zona è diventata vietata. Prima era il regno dei ragazzi e si andava a fare il bagno in mutande, perché non avevamo gli slip da mare. Quelli erano tempi assai duri dal punto di vista economico. Ogni tanto arrivava la guardia comunale a controllare, e tutti si davano alla fuga con i pantaloncini in mano per non bagnarseli”.
Insomma, negli archivi non ci sarà traccia degli stradelli, ma a quanto pare non c'è dubbio che il collegamento tra la strada e la spiaggia sia esistito. Come poi sia scomparso questo lo saprà qualcuno e magari altri potrebbero scriverci le loro testimonianze su questo tema.
Stefano Bramanti