Di nuovo un escavatore in azione nel lungomare di Marciana Marina, dove il Comune, dopo aver nuovamente prorogato la scadenza per l’esecuzione dei lavori per l’escavo di 150 m3 di massi lungo Viale Regina Margherita per il posizionamento di pontili da parte del Circolo della Vela di Marciana Marina, alla fine, insieme alle altre istituzioni, ha dato il via libera alla distruzione dell’ultimo tratto ancora naturale di un lungomare che così perderà tutte le sue rimanenti caratteristiche paesaggistiche ed ecologiche.
Il 30 aprile Legambiente Arcipelago Toscano aveva inviato una segnalazione nella quale si invitavano le istituzioni interessate a «Verificare e far osservare quanto previsto dall’autorizzazione comunale, Ufficio Demanio Prot. N. 4008 (in allegato) del 4 maggio 2012 sottoscritta dal Presidente del Circolo della Vela di Marciana Marina (“per la sola stagione balneare 2012”) ed in particolare per quanto riguarda le prescrizioni: “a) Che i massi affioranti che di fatto ostacolano il galleggiamento dei pontili dovrà avvenire a mano o mediante l’ausilio di mezzi che in alcuna maniera creino intorbidimento delle acque gli stessi allocati a ridosso di quelli esistenti posizionati durante l’intervento di adeguamento disposti con Autorizzazione in atti Prot. N. 4339 del 18 aprile 2006; b) Durante le operazioni di messa in sicurezza dei pontili da allocare non dovrà essere effettuata nessuna opera di dragaggio con mezzi meccanici”».
Invece la mattina del 5 maggio un escavatore era già pronto sulla battigia per dare il via ai lavori che, a quanto pare non sono potuti iniziare per problemi di concessione che sarebbero stati risolti dopo una riunione alla quale ha partecipato la solertissima Provincia di Livorno, un ente che ormai da tempo da inutile è diventato dannoso, sempre pronto a trovare scappatoie ed a minimizzare l’impatto ambientale e paesaggistico delle opere a mare. Ancora una volta un bene comune viene stravolto, con forzature interpretative e prescrizioni scritte sull’acqua, a beneficio di qualcuno ed a detrimento dell’ambiente e dei cittadini.
Quindi quello che (nonostante le evidenti forzature urbanistiche ed ambientali) per prescrizione doveva avvenire a mano sta avvenendo ancora una volta con un escavatore in mare e con un evidente ed esteso escavo ed intorbidimento delle acque, documentato dalla stessa webcam del Circolo della Vela. A quanto pare il tutto è stato autorizzato con la scusa che il mezzo, che pure è dotato di una benna di tipo classico (rovesciante, non certo a cerniera, né mordente), sarebbe idoneo ed utilizzabile per il prelievo dei massi affioranti (sic!) in quanto grigliato sul fondo, in modo da far scorrere sabbia e piccoli sassi, alla faccia dell’intorbidimento delle acque e della tutela dell’ambiente.
In questi anni, in barba agli strumenti o urbanistici, con concessioni ad hoc, deroghe e sperimentazioni, la giunta comunale di Marciana Marina ha radicalmente cambiato l’aspetto del lungomare di Marciana Marina dove sono in atto imponenti, contemporanei e velocissimi fenomeni erosivi e di insabbiamento e dove però si consente (facendo finta di non vedere e nonostante divieti posti strategicamente per non essere compresi), la balneazione in un’area portuale, a pochi metri dalle barche e da troppi pieni fognari. Ci chiediamo anche dove sia e che ruolo svolga la Soprintendenza, che proibisce di mettere un pannello solare sul tetto ma che in questi anni ha consentito senza colpo ferire il radicale mutamento del lungomare marinese, che era uno dei più belli del mondo.
Il tutto vicino ad un’area sottoposta dai Carabinieri ad un precedente sequestro per la realizzazione di un imbonimento con massi prelevati dallo stesso Circolo della Vela dal fondale, mentre è in corso un’altra vicenda giudiziaria che riguarda la gara per la gestione dell’area portuale nella quale sono coinvolti sia Comune che esponenti del Circolo della Vela e, soprattutto, in piena concertazione urbanistica tra Regione Toscana, Comune e Provincia per approvare finalmente il Piano del Porto che, dopo aver superato le osservazioni di cittadini ed associazioni, poi dovrà essere messo in atto con il nuovo regolamento che seguirà lo stesso iter, e mentre la stessa Regione Toscana sta varando la nuova legge urbanistica. Scrivevamo il 7 aprile: «Ci sembra più che evidente che il Comune di Marciana Marina, come ha fatto con altre spigliate operazioni urbanistico/portuali stia cercando di precostituire una situazione (in un’area che resta “non campita”, “bianca”, nel Piano Strutturale ancora vigente) di fatto utilizzando, come nel passato lo strumento della straordinarietà, “sperimentazione” e temporaneità che, basta dare un’occhiata al Porto ed alle concessioni, è diventata ordinarietà e inamovibilità».
Prendiamo atto che si sta procedendo nella vecchia direzione che ha portato solo guai al porto e a Marciana Marina, ma chiediamo che almeno vengano fatte rispettare le prescrizioni contenute nelle autorizzazioni.