Al mio caro amico Giacomo Bigio
Sono passati quasi 10 anni da quella nostra prima uscita in mare a bordo dello stesso gozzo battente bandiera "Padulella".
Le mie passate esperienze da vogatore mi avevano fatto conoscere tanti atleti diversi tra loro per caratteristiche fisiche e caratteriali,tutti bravi ragazzi; ma,da subito, ho capito che tu avevi una marcia in più.
Ragazzo serio, rispettoso delle regole (sia dentro che fuori il campo di gara), generoso e altruista: questo sei tu Giacomo!
Insieme abbiamo sfidato il mare che spesso ci è stato nemico, portando a casa risultati che mai un equipaggio elbano aveva ottenuto: campioni d'Italia per ben 4 volte di seguito.
E tu sempre la', a poppa, sul sedile del "capovoga", a stabilire il ritmo, a portare la "palata bella" .
Poi è arrivata la parentesi della 10 remi, barca maestosa che prevede due capovoga. Quindi, eccoci "gomito a gomito".
Anche qui abbiamo dato il massimo senza mai risparmiarci perchè in pochi minuti di gara la barca ti chiede uno sforzo enorme che i non addetti ai lavori non possono capire!
Dopo un paio di anni io ho smesso ma tu no: volevi vincere la gara delle gare,dovevi "portare a casa" la tanto temuta "Risiatori".
Quindi, con la determinazione che ti contraddistingue, ti sei allenato per tutto l'inverno dentro un garage sopra un remergometro, da solo.
E poi è arrivato il fatidico giorno: 7.600 mt di fatica estenuante dove il cuore batte forte,il fisico è sottoposto ad uno stress enorme e ti viene da pensare "ma chi me lo ha fatto fare".
Ma alla fine i tuoi sacrifici sono stati ripagati e l'hai vinta!
Hai superato "quel muro" che più di una volta ci aveva fermato.
Hai vinto in mare dove ci sono le onde, le barche degli avversari accanto che fanno di tutto per superarti,dove ci si spellano le mani e dove si da tutto e anche di più.
Sono felice quanto te per questo risultato, te lo meriti Giacomo.
Ce l'hai fatta perchè sei il vogatore più forte dell'Elba.
Grazie per essere stato il mio "capovoga".
Francesco Gambini